CI SARANNO ANCHE VENTI RAGAZZI DEL GRUPPO GIOVANI DEL DIVIN!

In occasione della 23^ Giornata Nazionale della Colletta Alimentare del 30 novembre 2019, abbiamo dedicato l’incontro a capire cosa sia quest’iniziativa e come poterci mettere in gioco.

Grazie all’organizzazione dal Banco Alimentare Onlus, che ogni giorno (dal 1989!) raccoglie le eccedenze alimentari da distribuire ai più poveri, il 30 novembre ognuno, nel suo piccolo, potrà aiutare chi è meno fortunato donando parte della sua spesa; insomma, un’occasione in cui “fare squadra” per un grande ideale quando ci ricapita?

Quel giorno, insieme a tanti altri volontari, scenderemo anche noi in campo, perché dare una mano non fa bene solo agli altri, ma anche a noi stessi; come dice il Papa nelle 10 righe per la II Giornata Mondiale dei Poveri 2018, “Non è un atto di delega […], ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido”.

 

FA

Siamo sulla stessa “barca”

SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA … cronache dal nostro mondo che riguardano tutti

Riportiamo la trascrizione della Conferenza sul CONGO. Condotta da Anselme Bakudila,  suo fratello Valere  con la moglie Dolores  (medico a Kinshasa)  e Maria Chiara Tropea, rappresentante delle “donne in nero”

 

Non possiamo più soffermarci ad additare vittime e carnefici, ma si percepisce un grande bisogno di collaborazione perché la guerra è una tragedia che coinvolge tutti.

Il Congo.

(Valere Bakudila – agronomo)

Prima volta dopo 50 anni transizione pacifica del potere.

Questo non significa che sia stato un passaggio del tutto pacifico perché la popolazione, la chiesa cattolica, molte associazioni,… hanno spinto molto e con molta fatica perché venissero indette elezioni democratiche.

In realtà l’attuale presidente non è stato eletto democraticamente perché chi è al potere lo è in funzione di un accordo poco chiaro.

Il problema è sempre che da una parte c’è un grande desiderio di cambiamento, dall’altra un grande desiderio di non perdere potere.

La gente vuole andare avanti, crescere come popolazione, ma ci sono ancora molte sacche di inconsapevolezza del proprio potenziale e i bambini di strada rimangono tantissimi, bambini che vengono lasciati a se stessi adducendo a pretesto il loro essere stregoni quindi soggetti pericolosi per la comunità.

Le comunità rurali hanno perso la memoria delle loro tradizioni e, di conseguenza, impoverite della loro cultura, si spostano verso le città ritenute più sicure, potenzialmente in grado di permettere loro lo sopravvivenza. E in questo modo si perdono altre conoscenze.

La necessità allora è di operare una trasformazione al basso, formando persone in grado di tornare nella loro terra di origine e renderla produttiva.

Resta il problema dell’occupazione e della scarsa sicurezza in determinati distretti (es. Congo Orientale).

(Dolores Nembunzu – medico)

Dopo un breve inquadramento storico geografico spiega che il suo ruolo di medico si è costruito nel tempo e, ascoltando un bisogno misconosciuto della popolazione femminile.

Infatti a seguito di parti difficili o complicati succede che alcune donne residuino problematiche di vario genere tra cui un’incontinenza mista per la presenza di fistole o di perdita del tono muscolare. Questo le rende delle emarginate, soprattutto all’interno delle comunità rurali, dove non hanno accesso a servizi sanitari in loco (distanza dai centri sanitari, costi per il viaggio, costi per le cure, gestione della famiglia,…) e vengono considerate reiette per la loro imbarazzante situazione socio-sanitaria.

Poter raggiungere queste donne, farle venire nella capitale per curarle gratuitamente, informarle sui loro diritti, formarle su temi di prevenzione e cura e poi chiedere loro di essere i tramiti per le altre donne delle loro comunità di origine, esprime in pieno tutta la potenzialità della popolazione femminile di questa terra.

In effetti sono le donne che mandano avanti le famiglie, sono le donne ad essere fortemente recettive nei confronti del cambiamento non solo per se stesse, ma anche, in prospettiva, per migliorare la vita futura dei loro figli.

 

 

(Maria Chiara Tropea – operatrice Donne in nero contro la guerra)

A proposito di potenzialità e coraggio si inserisce anche la protesta non violenta e caparbia delle “Donne in nero contro la guerra”, un’associazione ormai internazionale nata da un gruppo di donne israeliane che hanno detto “no” all’occupazione israeliana dei territori palestinesi.

Dopo un breve inquadramento storico e geografico della frammentazione di Israele e dei conflitti che si sono generati e che perdurano tuttora all’interno del Paese la presenza di donne forti e risolute nell’opporsi alla politica espansionistica e coloniale del loro governo rimanda alla stessa forza potenziale delle donne del Congo.

Sono essenzialmente donne, madri e mogli, che chiedono al proprio governo e a tutti  governi del mondo pari dignità per tutte le persone, il diritto di non essere uccisi solo perché si sta chiedendo di poter tornare nella propria casa, il dovere di non invadere e occupare la terra di altri rendendoli profughi in casa propria.

 

 

(Anselme Bakudila)

Cosa fare allora?

Non è più il tempo di piangere sul bambino coperto di mosche o di incriminare il ricco occidentale sfruttatore, ma è tempo di collaborare affinché la protesta delle popolazioni desiderose di un cambiamento riceva una risposta dalle altre persone, anche quelle che vivono al di fuori del territorio interessato.

Questo significa non ignorare i movimenti di protesta, ma all’occorrenza farne parte, significa formarsi una coscienza solidale, ma critica, ragionare tenendo conto di quanta parte attiva abbiano le multinazionali e le lobbies nell’impoverimento dei Paesi.

Una riflessione su tutte: il coltan, minerale utilizzato per la realizzazione di telefonini e altri prodotti tecnologici moderni vede Uganda e Ruanda importanti esportatori, ma curiosamente questi Paese non ne possiedono, e lo prendono in Congo.

E il Congo non ne ha alcun beneficio.

ORARI DI CATECHISMO 2019 – 2020

  • I elementare: domenica dopo la Messa delle 10.30 (ogni 15 giorni, a partire da gennaio)
  • II elementare: domenica dopo la Messa delle 10.30 (ogni 15 giorni)
  • III elementare: martedì h. 17.00/18.00
  • IV elementare: mercoledì h. 17.00/18.00
  • V elementare: mercoledì h. 17.00/18.00
  • I e II media: venerdì h. 15.00/16.00 (ogni 15 giorni)
  • III media: mercoledì h. 18.00/19.00

Quello che importa…

San Paolo, nella seconda Lettura della Messa domenicale, avvisa che non sono i segni che si celebrano la cosa più importante, ma, a partire dai segni, la capacità di diventare una Creatura Nuova! Ed effettivamente di segni, noi cristiani ne celebriamo sempre tanti. Tra questi, in questo periodo estivo, uno che maggiormente ricorre è il Battesimo: tanti bambini vengono portati al fonte, per iniziare il loro cammino in una comunità cristiana. Perché il Battesimo non ci rende Figli di Dio, quello lo siamo già tutti, ma ci fa vivere il nostro essere figli di Dio all’interno di una comunità di persone. Leggi tutto “Quello che importa…”

Il corpo del Signore: memoria di concretezza …

Entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5-7).

La festa del Corpus Domini è la festa della disponibilità del corpo del Figlio di Dio a rendersi visibilità del volto del Padre. I gesti compiuti dalle sue mani,  le direzioni intraprese dai suoi piedi e dai suoi  cammini, le parole pronunciate con la sua bocca,  altro non sono che il desiderio di manifestare la serietà della presa in considerazione della nostra concretezza. In questa concretezza si realizza il massimo della spiritualità del Vangelo, che vede nella carne e nel sangue degli esseri viventi il  luogo della dimora di Dio. Leggi tutto “Il corpo del Signore: memoria di concretezza …”

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

É più facile vivere la festa della Trinità che pronunciarne il nome. Quando ne sentiamo parlare ci vengono in mente grandi teoremi teologici e libroni impolverati con ragionamenti per addetti ai lavori. In realtà, dire che il modo cristiano di pensare a Dio contemporaneamente nel suo essere Padre, Figlio e Spirito Santo, significa semplicemente affermare che Lui si mostra a noi come un legame. Un legame saldo, indistruttibile e importante. Un Padre che manda un Figlio per mostrarne il volto, pronunciarne le parole e farne i gesti, e un Figlio che si lega ai “figli di Dio”, che siamo tutti noi, donando loro un soffio, un “respiro” così grande e importante da essere definito Santo. Domenica scorsa dicevamo che nel corso della Storia della Chiesa abbiamo passato più tempo a rimpiangere il nostro essere tristemente “figli di Eva”, anziché entusiasmarci per la consapevolezza di essere “figli di Dio”; con la festa della Trinità, potremmo anche  affermare che, grazie allo Spirito di Dio, noi ormai apparteniamo pienamente alla vita di Dio e non siamo delle isole sparse in un oceano ma dei figli destinati a una vita piena legati tra loro e con Dio. Ce lo ripetiamo con un segno, che apre e chiude la giornata di tanti di noi, il segno della Croce, ossia della vita del Figlio di Dio donata sino alla fine: nel nome di Dio anche la nostra vita assume la forma di un legame sempre rinnovato e indistruttibile! E noi, siamo segni di questo forte legame vitale?

Buona Domenica!

Don Luigi

Nuovo?

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Leggi tutto “Nuovo?”