“Si misura l’intelligenza di un individuo dalla qualità d’incertezza
che è capace di sopportare”
(E. Kant)
In questi giorni chissà quante volte abbiamo detto: “Non so più come vestirmi”. Un giorno ci sono venticinque gradi e il giorno dopo dieci. Un giorno il sole è caldo, si sente la primavera e subito dopo ti svegli con le nuvole e il vento gelido. Una giornata limpida, con il cielo terso, ti fa illudere che sia scoppiata la bella stagione, ma subito devi ricrederti. Esci di casa con maglia, giacca e ombrello anche quando brilla il sole. Non ti fidi più. Il tempo è tremendamente variabile e ti costringe ad una costante incertezza. Oggi pomeriggio sono uscito senza ombrello e… sono tornato a casa bagnato. Ora, nello studio, ci ripenso e mi trovo a meditare sulla vita. Essa è sempre tremendamente incerta, come il tempo. Facciamo finta di avere certezze, ma la maggior parte delle volte brancoliamo nell’incertezza. Ogni giorno è sconosciuto, nuovo, incerto. Ogni ora, ogni minuto. Sorgono imprevisti, contrattempi, sorprese. Sei felice e ti arriva un problema inaspettato a rabbuiarti. Hai programmato la tua agenda e devi spostare ogni cosa. Speravi in un giorno di vacanza e sei costretto ad andare al lavoro d’urgenza. Pensavi che tuo figlio avesse capito il discorso e ti ritrovi a doverlo rifare da capo. Ti svegli in salute e nel pomeriggio sei al pronto soccorso. Com’è incerta la vita! Ogni giorno devi rivedere il tuo modo di pensare, rifare i tuoi giudizi, rivedere i programmi. Ogni giorno devi imparare cose nuove, affrontare domande inedite, confrontarti con posizioni diverse. La vita è tremendamente sorprendente e non si può incasellare in una rigida dottrina. Neppure il cristianesimo. Dice Papa Francesco: “La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo”. Purtroppo ancora tanti credenti riducono il cristianesimo alle verità del catechismo e pretendono di leggere tutta la storia con quelle verità. Anzi, pretendono di imporle a tutti. Che tristezza! Chiedo scusa agli uomini e alle donne di questo tempo che incontrano cristiani così. Non è quello il cristianesimo! Quello è un insulto alla grandezza di Gesù Cristo e alla grandezza dell’intelligenza che Dio ci ha donato. I discepoli di Gesù Cristo sono in cammino come tutti e con tutti. Umili ed in ricerca. Capaci di dialogare e di offrire il proprio contributo con gentilezza e rispetto. Come faceva il nostro Maestro. Sapendo che resta vero ciò che afferma Kant: l’intelligenza non si misura sulle certezze, ma sulla capacità di sopportare e gestire l’incertezza. In questi giorni non sappiamo come vestirci e sarebbe ridicolo uscire ogni mattina rigidamente con il cappotto o in camicia. Nell’incertezza cerchiamo l’abito più adatto. La vita ci sorprende e noi cerchiamo di risponderle nei modi più appropriati. Dialogando con la vita e non, invece, imponendole i nostri vestiti.