PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-24) 

OCCHI

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

Un caro saluto a tutti! 

Siamo a metà Quaresima, come sta andando il nostro cammino verso la Luce, la Liberazione e la Vita? 

Oggi parliamo di occhi, lo facciamo a partire da quelli del pubblicano e del fariseo che vanno a pregare al tempio.

Il fariseo li usa per guardarsi, auto celebrarsi e disprezzare il suo vicino. Per tutto, ma non per muoverli verso quel Dio che avrebbe dovuto pregare. Infatti non prega. 

Il pubblicano non osava alzarli a cielo, ma forse, li teneva chiusi per guardarsi dentro e riconoscere la sua verità di bisognoso di salvezza. Di peccatore. Sì, diciamo questa parola che abbiamo paura di usare, ci sembra arcaica e lontana. Peccato: “non fare centro”. Basterebbe questo riconoscimento sincero perchè la nostra preghiera possa permettere alla mano di Dio di spostare il nostro arco e ripuntare la nostra freccia. 

Scriva Semeraro: “Il Signore predilige chiaramente l’atteggiamento del pubblicano non perché preferisca la trasgressione alla giustizia, ma perché ama di più una relazione fatta di verità piuttosto che un modo di porsi davanti a lui mascherando il proprio bisogno di essere accolti e di essere sempre perdonati e amati”.

E io?  

Ogni tanto ho la “grazia” di sentire e riconoscere il mio peccato? Cosa faccio dopo? E se in questa Quaresima trovassi un momento per riconciliarmi con Dio e con me stesso?

Quarta domenica del tempo di Quaresima

LUCE O BUIO? 

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Anche noi, siamo tanti  piccoli Nicodemi che, nella notte della verità delle domande che ci portiamo nel cuore e a volte non ci lasciano dormire, ci rivolgiamo timidamente a Gesù, perché sappiamo che Lui è un maestro venuto da Dio, e nessuno può fare i segni (in-segnante) che fa Lui, se non perchè Dio lo abita pienamente. Anche noi abbiamo bisogno e aspiriamo a quella sete di luce in grado di gettare qualche bagliore di speranza e di forza sul nostro buio. La risposta non si fa attendere: “devi rinascere!”. Come dire … non basta quella prima venuta al mondo che coincide con il giorno del tuo compleanno, ce n’è una seconda, ancora più importante,  che devi scegliere tu e che sia il faro e l’indizio di storia nuova e  futuro per i tuoi passi quotidiani. E Gesù viene innalzato per questo: per insegnarmi cosa sia una vita “eterna”, ossia PIENA, “di indistruttibile qualità”,  direbbe Maggi. Viene innalzato, abbassandosi verso di me, perchè io mi possa ritrovare, come quel figliol prodigo che torna dal Padre che lo aspettava e non contiene la sua gioia, perchè “era perduto ed è stato ritrovato”! Che bello questo Signore che non è venuto a condannare il mondo ma a salvarlo! Al massimo sono io che mi condanno quando non sto nella Vita, perchè faccio un’altra strada, e togliendo una D dalla parola delle parole, mi rimane soltanto il mio IO … che diventa il tutto, il centro, l’idolo al quale sacrificare il mondo per paura di perderlo …. condannando a morte me e il mondo (vedi Tg, giornali, e radiogiornali) … Ma allora, perchè non si cambia strada? Perchè noi uomini non lo capiamo? Forse per il motivo che dice Gesù: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce” … Perchè preferiamo il buio alla luce? Abbiamo proprio bisogno di un Salvatore. Di un Salvatore del mondo! 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-23)

Vie

Rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano

Che strano, la via uguale, l’esito diverso. 

Ma allora, cosa fa la differenza? 

L’approccio, ossia la nostra disposizione e la nostra disponibilità a permettere alla Via del Signore di essere un CAMMINO, anziché considerarle un inciampo. 

Ma il permesso lo dò sempre io. 

Seneca quando parla a Lucilio della gioia scrive: “la gioia di cui ti parlo e alla quale cerco di condurti è fondata e si genera intensamente nell’interiorità”. 

Anche io devo tornare dentro, nell’interiorità, per dirmi… 

“Quante volte non capisco, quante volte le cose non tornano, ma quante poche volte ho l’umiltà di fermarmi a considerare la mia via e la mia direzione per dichiarare che forse … sto sbagliando strada?

E ricordando che Dio non è venuto a condannare il mondo, ma a salvarlo. 

Insieme a me. 

Io dove sto andando? Dove mi stanno portando i miei passi? La via della Quaresima sta già facendo nascere piccoli germogli di novità e sogni di differenze? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-22)

DISPERDERE

“Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”.

Ebbene sì, nella vita c’è sempre questo pericolo: avere fatto tanto  per poi avere la sensazione di perdere  e disperdere tutto. 

Vite senza un po’ di respiro.

Corse affannose.

Competizioni virali. 

Castelli in aria. 

Autoreferenzialitá esasperate … 

Per cosa? 

“A che serve avere guadagnato il mondo intero se poi si perde l’anima?“ diceva un certo Gesù. 

Perché il problema è tutto lí, e non si tratta di una questione religiosa, ma genuinamente umana. Umanissima. 

Niente è più concreto di un’anima vivace e viva. Niente è più prezioso di uno spirito attivato dallo Spirito di Dio. 

Così dice il Signore: “camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.

La Quaresima non è un cammino di tristezza, ma di lieta liberazione da tutto quello che ci impedisce di raccogliere, di riaccendere la nostra anima e di ritrovare la strada della felicità, che non è il ridanciano possesso di un accumulatore seriale, ma la sana leggerezza spirituale di chi sa che la forza di Dio nasce dall’accudimento attento a quanto sta dentro di noi. 

Va tutto bene? Qualcosa che non torna? E se dicessi “basta!” – proprio oggi, 7 marzo 2024 –  e iniziassi a essere e a camminare sulla strada che so essere la mia Via? 

IL PRESEPE DI PASQUA (II)

COME LEGGERE E INTERPRETARE? 

 

L’ALBERO 

Il giusto sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, 

che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; 

riusciranno tutte le sue opere

Parole del Salmo 1. Il primo. 

A ricordare che non tutto ci fa crescere e ci dà vita. A ricordarci che a volte siamo proprio come l’albero che abbiamo davanti ai nostri occhi: secco, privo di linfa. E così il mondo, la storia, le cose che facciamo.  La Parola di Dio ci accompagna nella Pasqua per riscoprire che cosa può ancora rivitalizzarci e scorrere nelle nostre vene: la benefica presenza di Dio che sfida le nostre morti e abita i nostri bui. 

Credere in Lui, ricominciare un cammino: questa la sfida della rinascita pasquale. 

A parte di riconoscere la nostra verità. 

LA COLOMBA (LO SPIRITO SANTO) 

“Bagna ciò che è arido, 

sana ciò che sanguina, 

drizza ciò che è sviato” 

Dio non ci lascia soli, su di noi sempre la presenza di quello Spirito Santo che non invochiamo quasi mai e del quale non cerchiamo quasi mai la forza.  Eppure il Signore è con noi, Spirito santo, respiro e sospiro che accolto nei polmoni del cuore e della mente, e reso parlante attraverso l’ascolto del Vangelo riversa pioggia benefica e rinvigorente, novità oltre ogni paralisi e ristagno. 

Vieni Santo Spirito!

IL SEPOLCRO (a sinistra) 

“Perchè cercate tra i morti Colui che è vivo?” 

Il sepolcro è vuoto!!! Ma non abbiamo ancora imparato che Gesù, il Risorto, lo troviamo SOLAMENTE nell’attivazione dei nostri cammini? Gesù non lo incontri coricato, lo incontri se ti alzi e ti metti a camminare dietro di Lui. Svuotiamo i sepolcri dei nostri cuori per attivare le luci di Pasqua. 

PANE E VINO (a sinistra) 

“Fate questo in memoria di me”! 

Ma il mio FARE è legato alla MEMORIA di Gesù?

Questo significa essere discepoli della vita, della luce, dell’acqua che scorre, della novità del mondo, della Pasqua e della Resurrezione. 

TUTTO IL MONDO, CON LE SUE LACRIME, LE SUE DIFFICOLTÀ E TUTTO IL SANGUE INNOCENTE CHE SCORRE, AI PIEDI DELL’ALBERO, NELLA CORONA DI SPINE DI GESU’, PERCHÈ ATTRAVERSO IL NOSTRO RIFIORIRE IN LUI POSSA ESSERE RISOLLEVATO DAL NOSTRO COINVOLGIMENTO E DA NUOVE PRESE DI POSIZIONE EVANGELICHE CHE SERVONO LA VITA E LA FRATERNITÀ. 

IL “PRESEPIO DI PASQUA” 2024 (1)

DIO

HA MANDATO IL FIGLIO SUO, 

UOMO TRA GLI UOMINI. 

GESÚ PROVA DOLORE, EMOZIONI, PAURE COME NOI;

MA IL SUO AMORE É COSÍ GRANDE CHE DONA 

TUTTO SE STESSO: 

LA SUA VITA, LÍ, SULLA CROCE. 

OGNI SUA LACRIMA DI SANGUE VERSATA, OGNI TORTURA SUBITA, 

PER SALVARE NOI UOMINI,

PERCHÉ IL SUO CUORE E IL SUO AMORE SONO INIFINITI. 

MA NOI UOMINI DI OGGI CI SIAMO PERSI … 

SIAMO ALBERI SOLITARI NEL DESERTO. 

QUEST’ANNO NOI DEL GRUPPO PRESEPE 

ABBIAMO DECISO DI RIFLETTERE SU QUANTO SIA IMPORTANTE

LA RESURREZIONE DI GESÚ … 

GESÚ RISORGE DAL SEPOLCRO

LA VITA É PIÚ FORTE DELLA MORTE,

IL BENE PIÚ FORTE DEL MALE,

LA MORTE PIÚ FORTE DELL’ODIO,

LA VERITÁ PIÚ FORTE DELLA MENZOGNA. 

IN QUESTO MOMENTO STORICO DOVE I SENTIMENTI

DI ODIO, DI INDIVIDUALISMO, DI PREVARICAZIONE 

SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO

OGNUNO DI NOI PUÓ FARE LA SUA PARTE … 

INSEGUIRE, CERCARE DENTRO DI NOI LA LUCE

E DONARLA

CI RENDE SEMPLICEMENTE VIVI!

AMARE SIGNIFICA CONDIVIDERE: 

UN PIATTO DI MINESTRA, IL TEMPO, IL NOSTRO SUPERFLUO (E NON)

CHE A VOLTE PUÓ ESSERE ESSENZIALE PER GLI ALTRI! 

CHE SIA INIZIO DI UN NUOVO CAMMINO! 

BUONA PASQUA 

 

Nuccia, Arturo, Gigi, Giovanni e Carlo

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-21)

DIMENTICARE

Bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita” (Dt.)

Nella nostra vita c’è un pericolo che corriamo in ogni momento: DIMENTICHIAMO. 

Dimentichiamo il Vangelo alla minima difficoltà o imprevisto. 

Dimentichiamo la forza del soffio dello Spirito Santo lasciandoci trasportare dal turbinio dell’insensatezza. 

Dimentichiamo le cose ricevute in una vita dalle persone che ci amano per una piccola parola fuori posto e non parlarci mai più.

Dimentichiamo che siamo stati un popolo di migranti che hanno abitato tutto il mondo e disprezziamo chi viene alla ricerca di un nuovo futuro e di una nuova vita. 

Dimentichiamo la grazia della vita e delle relazioni gratuite al primo tornante non previsto.

Dimentichiamo che potremmo usare alcune centinaia di milioni di euro a favore della sanità e della cultura, e troviamo miliardi di euro per finanziare le armi.

Dimentichiamo che sarebbe bello ricordare, prima di lamentarci e prendercela col mondo, perché siamo stra fortunati rispetto alla maggior parte dell’umanità  (il che non dovrebbe neanche lasciarci così indifferenti). 

Dimentichiamo che ci stiamo dimenticando, abbagliati dal primo flash seduttivo della pubblicità. 

E dimenticandoci che ci stiamo dimenticando cosa capita? Che non ce ne accorgiamo più … e moriamo. 

Per questo Gesù dice di “fare” “in memoria” di Lui. 

Cammino verso la Resurrezione.

Io, in questo momento, di cosa mi sto dimenticando? E se provassi e ricordare e elencare le cose uniche che la vita ha donato proprio a me? Come le sto facendo fruttare? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-20)

70×7

“«Non ti dico (di perdonare) fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”

In certi casi – come questo –  è meglio dimenticare la matematica.

Perdonare 70 volte sette? Perchè qualcuno c’è già riuscito  solo 70? O, magari, anche solo 7? 

Non è che Gesù attraverso questo numero, esattamente 490, ci vuol comunicare che il perdono, come l’amore, ha la grandezza di qualcosa che probabilmente non riusciremo mai a raggiungere, ma verso il quale dobbiamo sempre tendere, perchè unica possibilità di  dare un senso e un futuro alla nostra storia e alla nostra terra? E anche cammino … che non finisce mai. Ci sarà un motivo. 

Buona discontinuità!

Io, in questo momento chi mi sento di dovere perdonare? Vale la pena vivere questa situazione e di disagio e separazione se penso a tutto quanto abbiamo ricevuto dalla relazione con chi sto facendo fatica? E se provassi a chiedere scusa a qualcuno? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-19)

GETTARE

 

Lo condussero sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per GETTARLO GIÚ

Naaman nella prima lettura disdegna il comando del Signore che per bocca di Israele gli dice di bagnare il suo corpo malato di lebbra nel fiume Giordano. Non sia mai, l’Abanà e il Parpar sono fiumi molto più grandi.

A sentire Gesù, tutti i suoi concittadini sono sdegnati: il Messia che si aspettavano loro doveva agire secondo le loro attese e i loro piani: buttiamolo via! Ma Gesù, passando in mezzo, si rimette in cammino.

Mi suonano famigliari questi atteggiamenti: quante volte, scontenti di quello che abbiamo viviamo la vita come una triste rivendicazione che ci paralizza e ci incupisce in modo capriccioso per la mala sorte che ci è capitata … e smettiamo di vivere.

Ma, se cominciassimo a riconsiderare e ri-apprezzare quello che ci è stato dato anzichè rimpiangere quello che non abbiamo?

Forse potremmo scoprire che “c’è tanta roba!” E che bastano le acque del Giordano per guarire e che in Gesù abbiamo quanto … di meglio non si può!

Quali sono i doni che mi appartengono e non riconosco tenendoli chiusi dentro la cassaforte del risentimento? Perchè non prendere un foglio scrivendo cinque cose per le quali ringraziare il Signore ricominciando a vivere da lì?