VOCI
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
(Per favore guardate il breve video per capire cosa sto scrivendo)
Eh, sì, Gesù aveva proprio ragione: le pecore seguono il Pastore perché ne conoscono la voce! Ce l’ha mostrato bene il pastore del video: puoi urlare quanto vuoi, fare le capriole e perdere la berta, ma loro … non ascolteranno gli estranei.
Non ascoltare gli estranei non vuol dire che non saranno “sedotte” o “fregate”, ma che il loro cuore non sarà mai lì dove si trovano “ingannate” con il loro corpo.
La vera posizione della nostra vita non è solo quella fisica del nostro corpo, ma anzitutto quella del nostro cuore: noi siamo là dove è il nostro cuore, non dove ci vedono e ci facciamo vedere; noi siamo là dove sentiamo la verità che scorre dentro di noi e che per mille motivi abbiamo abbandonata, anche se questo ci ha sequestrato la vita, ci ha uccisi interiormente e ci ha letteralmente distrutti. Noi andiamo sempre, un po’ ingenuamente e scriteriatamente, dove ci porta il cuore, ma non ci chiediamo mai se il nostro cuore batta e dia vita lì, proprio nel posto in cui ci troviamo.
Ora, il primo passo per riconoscere la bontà della voce del Pastore è questo: riconoscere (o riscoprire) la verità del nostro cuore di pecora.
Ridirci, con estrema verità, se ci sentiamo “divisi e alienati” e se veramente allontanarci dal Pastore Buono sia per noi la soluzione che ci faccia finalmente trovare pace, unità e voglia di vivere.
E perché le pecore ri-conoscono questa voce?
Perché hanno fatto esperienza del fatto che in quell’ascolto altro non c’era che VITA E VITA IN ABBONDANZA. Perché hanno capito che chiamare ogni pecora per nome, significa che proprio “stando dietro a Lui”, hanno trovato la posizione che le ha rese pastori anche della loro vita.
Stiamo con il Signore per diventare signori, sovrani; amiamo Dio per ricominciare ad amare noi stessi e il prossimo nostro in modo diverso; accogliamo delle indicazioni di strada, di senso e di passione perché abbiamo capito che Lui, proprio Lui, è la nostra VIA, VERITÁ e la nostra VITA.
Cristo esiste perchè IO ri-esisto in Lui.
Se non passo da questa esperienza, con grande serietà e attenzione, Gesù sarà destinato a rimanere quella statuina impolverata nell’angolo nascosto della mia casa, o il feticcio delle mie proiezioni mentali infantili e immature che non mi riscattano mai dal torpore acquietante e compromissorio con le voci che non mi portano da nessuna parte: “Tanto ci pensa Dio!”. E Lui, puntualmente, non ci pensa. E allora lo abbandono. E abbandonando Lui … abbandono me stesso. E il ciclo si perpetua infinitamente, perché continuo a non capire che senza incarnazione non c’è Dio; senza di me (IO) non c’è nessun Cristo; senza pecore non esiste pastore. O meglio, c’è, ma chissene …. ? Che ci sta a fare un pastore in una fabbrica di macchine?
Il Pastore fa esattamente il contrario dei ladri e dei briganti, i quali vengono per RUBARE, UCCIDERE e DISTRUGGERE.
E io … chi sto ascoltando?
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Ringrazio e riporto le riflessioni prodotte e sintetizzate dai ragazzi delle medie e dalle loro catechiste:
“Io sono venuto perché abbiamo la vita e ne abbia in abbondanza”
Pk il pastore donerebbe la sua stessa vita per le sue pecore , come Cristo ha fatto con noi , mentre il ladro si può paragonare al diavolo , ci vuol trarre in inganno e far smarrire la retta via” .
“Chi non entra dal recinto delle pecore dalla porta ma vi sale da un’altra parte è un ladro e un brigante. Speriamo di avere sempre la forza di bussare a quella porta senza cercarne altre che sembrano più facili. La porta che è Gesù che non delude, perchè non è ladro né brigante.”
“Mi colpisce sempre la famigliarità con la quale il pastore si rivolge alle pecore… le chiama ad una ad una, conosce il loro nome, ha costruito con loro un rapporto chiaro e trasparente, non interessato ed ha sicuramente dedicato a loro molto tempo.
Mi piace sapere che questo è il rapporto che il Signore vuole instaurare con noi se sappiamo riconoscere la sua voce perché il bello di questo rapporto è anche che noi siamo liberi di scegliere.”
“Questo passo del vangelo mi dà una grande serenità, perché mi dà la certezza che c’è sempre qualcuno che si occupa di me. Il Signore mi conosce…. Conosce ognuno di noi”.
“Io sono venuto perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza”. Se seguiamo il pastore non dobbiamo temere l’abbondanza della vita nella sua pienezza.
Proprio così, perché a volte la cosa che ci fa più paura è … vivere in pienezza!
BUONA DOMENICA!