Entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5-7).
La festa del Corpus Domini è la festa della disponibilità del corpo del Figlio di Dio a rendersi visibilità del volto del Padre. I gesti compiuti dalle sue mani, le direzioni intraprese dai suoi piedi e dai suoi cammini, le parole pronunciate con la sua bocca, altro non sono che il desiderio di manifestare la serietà della presa in considerazione della nostra concretezza. In questa concretezza si realizza il massimo della spiritualità del Vangelo, che vede nella carne e nel sangue degli esseri viventi il luogo della dimora di Dio. A partire da questa concretezza le “esigenze dei Regno di Dio” diventano la manifestazione della possibilità di vivere in modo nuovo e diverso il senso della vita e della fraternità: “dare da mangiare, da bere, visitare chi soffre e chi è in carcere, aiutare e soccorrere chi ha bisogno in mille modi diversi, ecc.” sono azioni che ripetono, nell’ “eccomi” di Gesù e del suo corpo, l’”eccomi” dei suoi discepoli a favore di una nuova umanità. Credere in questa visibilità di Dio in Gesù e nella storia, ossia nel Corpus Domini, è il vero atto rivoluzionario in grado di “fare nuove tutte le cose”. Nella comunione dei nostri corpi e nel legame del sangue di fratelli e figli di un Unico Signore.
Buona Domenica!
Don Luigi