ELENCHI …
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Labbra e cuore
La religione delle labbra e delle parole è scaduta e assai scadente se non genera atteggiamenti di vita in grado di innaffiare le secche deserte della nostra esistenza, che non viene onorata da un suono ripetuto, ma da una Parola vissuta. Ora, non bisogna certamente demonizzare la cura dell’onore per Dio che parte dalle labbra, ma sappiamo bene che a parlare in noi non sono le nostre parole, ma la vita che diventa in se stessa (e non perchè precedentemente impostata) un messaggio pieno di buone domande. Di origini e sorgenti del cuore che cambiamo le mani e i piedi. Di quella sorgente che sblocca il cuore perchè lo fa risorgere e orienta verso nuovi orizzonti operativi. Di quel cuore trasformato che si sensibilizza su onde di condivisione in grado di rendere gli altri dei prossimi e dei fratelli che vivono e hanno desiderio di vita esattamente come ciascuno di noi. Questa settimana Agostino ci ricordava che il solo modo per ridare riposo e vitalità ai nostri battiti cardiaci è la sua immersione in Dio come principio di ogni cosa: “inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te (il nostro cuore è agitato fino a quando non riposa in Te)”
Dire quello che si pensa: il falso mito dell’autenticità
Una delle frasi più diffuse, da pensare con più profondità, pronunciata quando si vuole giustificare il proprio punto di vista e la propria posizione, è “dico quello che penso”. Davanti a questo diktat oltre il quale non c’è più alcuno spazio per il confronto perchè qualcuno ha detto quello che pensa, mi pare che Gesù ci domandi di andare più in profondità: quando quello che dico è pensato? Quanto quello che dico, almeno, per me che dico di essere un discepolo di Gesù, è espressione più della mia ragione e delle mie ragioni che non di una verità illuminativa più profonda che è quella che ci ha rivelato il Signore? Il rischio è sempre quello del cuore lontano. Il rischio è quello di andare sempre dove ci porta il cuore (nostro, mio) a discapito di un atteggiamento più corretto che dovrebbe essere il tentativo di portare il nostro cuore laddove andiamo. Altrimenti sappiamo dove ci porta il cuore: a fare quelle cose che servono solo il proprio tornaconto a discapito del resto dell’umanità. E l’elenco di Gesù potrebbe essere molto eloquente.
Il contro-elenco
Siamo estremamente attenti alle diete. I social propongono meravigliose ricette che si preparano in pochi secondi e in grado di convincere, anche solo guardando un video a servizio della tua salute e della selezione di cibi che possono avere solo conseguenze benefiche, oltre che molto saporite, sulla vita. Perchè non siamo così attenti anche ai cibi spirituali che avvelenano il mondo cercando di prendere posizioni più chiare e amplificare i nostri punti di vista? Cosa capita quando impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza occupano gli spazi del cuore umano? Prendiamo una penna, scriviamo, pensiamo. E se questi atteggiamenti distruggono l’uomo e il suo mondo, perchè non proviamo a estrarne l’effetto benefico pensandoli al contrario? Cosa significa vivere con un cuore luminoso e non doppio, senza cercare di frodare e rubare il prossimo, con estrema cura di non pronunciare parole o vivere gesti “mortificanti”, fedeli a quello che crediamo, generosamente disponibili, volendo che il bene prevalga su ogni cosa, senza doppi fini, cercando spazi di integrità, con uno sguardo riconoscente capace di apprezzare la ricchezza dei fratelli, sinceramente, con umiltà accogliente, col desiderio di capire prima di giudicare? Già, cosa significa? Semplice: un mondo nuovo. Che inizia in piccole regioni. Da me, da te.