QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

Ma robe da matti!

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». 

Sì, la sola cosa che ti viene da dire è proprio questa: robe da matti! Il Vangelo è roba per matti! Per gente illogica e non razionale rispetto al modo comune di pensare e di essere. 

Nel Vangelo se vuoi moltiplicare la vita la devi dividere e con-dividere; se vuoi addizionare devi imparare a sottrarre. Oggi Gesù ci dice che se non voglio rimanere solo devo imparare a morire; se voglio produrre molto frutto non devo avere paura di rinunciare; che l’estremo attaccamento al modo di pensare  in maniera solo mondana mi porta a perdere tutto, mentre l’imparare a lasciare e a perdere porta al possesso di quello che non passa mai (eterno); mi dice che se voglio diventare libero mi devo fare servo … cose pazze. 

Nella storia a un certo punto arriva Gesù e dice queste cose strane cose, e anche che IL TEMPO É COMPIUTO. Dice che la salvezza non è più DA questo mondo e da questo modo di pensare che vediamo bene lo sta semplicemente portando allo sfacelo. 

Però può essere essere salvato, se reimparerò il mio modo di viverlo e di abitarlo. 

Analizziamo: la moltiplicazione degli affari privati e personali di poche persone a discapito di tutto il resto del mondo, dove sta portando? L’arraffamento forsennato nei granai di pochi eletti della terra, che inquina, distrugge, rovina la terra e altera il clima … che esito avrà? Il tenere tutto per me e chiudermi nelle mie potenzialità senza esprimerle e metterle a disposizione, cosa produce? L’assolutizzazione dei bisogni egoistici a dispetto di beni comuni che dovrebbero costruire società e comunità nuove, cosa mi dicono? L’essere assoggettato alla legge del profitto, del piacere e del benessere immediato a scapito dei processi che dovrebbero fare maturare il senso di una vita e di un mondo intero, che cosa fa? 

Già, alla fine, se sono onesto devo proprio farmi la domanda: ma è pazzo Lui o sono pazzo io?