ATTRAVERSARE LA PORTA DELLA LUCE
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
La nostra vita dipende in massima parte dalla condizione di salute dei nostri pensieri: quando siamo allegri vediamo tutto luminoso, quando qualcosa ci rode non ce n’è una che vada bene, se la bile e la rabbia ci tormentano i nostri sguardi diventano sempre più scostanti e pieni di ira, se siamo innamorati non c’è nulla che ci fa paura … insomma, siamo tutti intenti a cambiare la realtà e non capiamo che è la cura della nostra interiorità, della nostra spiritualità e quindi dei nostri pensieri a permettere al mondo di essere quello che è davanti a noi.
Per questo i Padri della Chiesa erano molto attenti ad analizzare le ispirazioni del Cuore. Per questo Giovanni l’Evangelista nel suo prologo scrive che “al principio era il Verbo” … perchè all’inizio di ogni cosa ci sono le parole e la Parola di Dio che possono fare quella fatidica differenza di cui tanto abbiamo bisogno.
Il Vangelo di domenica, in modo molto diretto, nelle parole di Gesù ci mette in guardia facendoci una domanda: tu, nella tua vita, segui la voce di un buon Pastore che è venuto perchè tu possa avere vita, e vita in abbondanza, oppure ti abbandoni alla voce del brigante (il maligno) che altro non fa che rubare, uccidere e distruggere ogni volta che apre bocca e parla al nostro cuore?
Magari non si sa neanche, come si fa a capire?
Papa Francesco tre anni fa, in occasione dell’Angelus aveva suggerito questa analisi molto efficace: 1. Dio (il bene) si propone alla tua libertà, corregge, incoraggia, consola e alimenta la speranza. Il diavolo (il brigante) si impone con il male senza chiedere nessun permesso. 2. Dio ti parla sempre al presente, facendoti vedere e indicandoti continuamente qui e ora la possibilità del cambiamento e del rinnovamento, mentre il male ti paralizza consumandoti tutto sul timore del futuro e sulla tristezza del passato. 3. Il male ti chiede di fare sempre e comunque solo quello che ti va di fare, mentre Dio ti propone un’altra domanda, che cambia il mondo: che cosa (mi) fa bene? 4. Il male predilige l’oscurità, la falsità, il pettegolezzo, mentre il Signore ama la luce, la verità e la trasparenza sincera.
Io da che parte sto? Chiediamo al Buon Pastore di sapere sempre orientare dietro di Lui i nostri passi. Per avere vita … e in abbondanza!