SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

DESERT-ARE

 Dal Vangelo secondo Luca

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta
la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi  sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Per chi vuole suggerisco tre piste potenzialmente feconde del Vangelo, per la riflessione e il cammino della settimana.

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare: Luca è attento a dire una data, un momento preciso. La Parola di Dio si “ambienta” e “capita” sempre nello spazio della realtà, di una storia bella e buona che si mette in dialogo. L’avvento potrebbe essere un momento molto favorevole nel quale ci domandiamo: quali sono i nostri TEMPI PRECISI nei quali permettiamo alla Parola di “accadere” nelle nostre vite per emanciparle, fecondarle, riaprire con spazi di speranza e voglia di procedere? Perchè il problema è che siamo costantemente in “stato di sequestro” da mille cose e preoccupazioni che vogliono distrarci, riempiendoci di stordimenti e luci che non saziano mai la nostra fame di cose vere , buone e realmente corrispondenti alla sete dei nostri cuori (ogni burrone sarà riempito). 

Nel deserto: Il deserto non è tanto un luogo fisico e geografico, quanto una predisposizione veritativa della nostra anima, un ambiente esistenziale. É lo spazio dell’essenza e dell’assenza: nel deserto sai di avere bisogno di un bicchiere di acqua pulita, di un po’ di pane, e questo è sufficiente per rialzarsi e riprendere il cammino. Il deserto è il luogo dove le cose essenziali ti fanno capire quali sono le grandi assenze e i grandi vuoti che occupano gli spazi dei cuori e, di conseguenza, le cose che li occupano in modo prepotente e inutile. L’Avvento è tempo per chiedermi: “Ma cosa sto aspettando? Cosa vorrei fare fuori?  Di cosa ho veramente fame e sete? Perchè non sono contento e sono così inquieto?”

La regione del Giordano: É il confine con la terra della libertà e della promessa, quello che siamo chiamati a percorrere e a varcare mille volte nella nostra vita, perchè sempre siamo “in esodo”, in cammino di uscita, di approfondimenti e di crescita.  E la  terra promessa continua a essere una promessa senza fine. Se la Parola scende, come è scesa su Giovanni, e viene accolta in un momento scelto, in un deserto accogliente e nello spazio del nostro desiderio di crescere e liberarci, anche quest’anno, sono certo,  questo Natale sarà un Natale di novità e di rinascita.