ASSUNTA NEL REGNO DEGLI APPASSIONATI!
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Mi piace la madre di Gesù, che dopo avere ricevuto e accolto come possibile e fattibile per se’ l’annuncio dell’Angelo Gabriele (“avvenga per me secondo la Sua Parola”) non si crogiola nella beatitudine della selezione preferenziale del Padre Eterno nei suoi confronti, ma si alza e in fretta incomincia un cammino verso la regione montuosa nella città di Giuda dove abita la cugina Elisabetta per andare ad aiutarla.
I nostri movimenti, i nostri cammini, le nostre passioni dipendono totalmente da quello che portiamo dentro il nostro cuore, e più grande è la passione che ci abita e più siamo decisi e risoluti a “trasmettere” al mondo la forza e l’energia che ci impediscono di stare fermi: emanazione naturale di forza di sorgente e non programmazione a tavolino di tecniche comunicative persuasive. La vita si trasforma in amore, in dono di qualcosa di grande che non può che portare allegria e sussulti (addirittura il piccolo Giovanni sussulta nel grembo della mamma) a chi ha la fortuna di incontrarsi con persone benedette in tale maniera da quanto le abita. Maria è abitata da Dio, dallo Spirito che genera in Lei il figlio e la rende creatura di annuncio degli unici gesti che profetizzano la presenza di Dio tra noi: l’ amore che va incontro per trasformare le cose in vita e la vita in passione.
Questo significa credere nell’adempimento: ossia: “tutto ha una pienezza, un destino e un significato” e i vuoti che incontriamo lungo il nostro cammino, le crisi, gli errori, i sensi di inadeguatezza, altro non sono che la nostalgica segnalazione della vocazione alla grandezza per la quale siamo stati tutti creati. Trovare Dio significa trovare quella ricchezza che dà senso a tutte le ricchezze che viviamo, e chi crede in Lui non rinuncia proprio a niente ma trova ciò che dà senso a tutto.
Chissà se anche noi impareremo, in questo caldo ferragosto, la disponibilità vitale del caldo e appassionato cuore della Madre del Figlio di Dio?