SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

RI-POSARSI

Dal Vangelo secondo Marco
 
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Può capitare, a volte, nella vita, di “staccare dalle attività”, andare “in vacanza”, “distrarsi”, ma tornare alla propria routine più stanchi e stressati di prima, magari un po’ depressi per dovere riprendere delle attività che non piacciono per niente e succhiano tutte le energie e le motivazioni. 

Quello che Gesù chiede ai suoi discepoli –  in questo periodo che anche per tanti sta inaugurando un meritato tempo di ferie – è diverso; Gesù cambia il lessico della rigenerazione e adopera altri verbi per potere ricominciare a vivere in modo nuovo e motivato dopo le fatiche della quotidianità e non semplicemente per il periodo delle vacanze estive. 

Anzitutto invita ad “andare in disparte”: sarebbe bello riscoprire le ferie come un momento per ritrovare una distanza terapeutica in grado di farci staccare dalle cose che quotidianamente richiedono la nostra presenza e rischiano di svuotarci di tutte le nostre energie per scoprire un modo nuovo di affrontarle e vivere. Andare in disparte comporta il coraggio di non identificarci, pensando di essere indispensabili; significa scoprire che si può vivere anche senza certe cose che ci sembravano assolutamente indispensabili. Ma andare in disparte significa anche rifarci la domanda: “ma cos’è che ci fa veramente vivere e ci permette di creare vita e fecondità attorno a noi?”. Certo, non è per niente facile, soprattutto quando la vita ci richiede tanto e necessita delle nostre responsabilità personali, però a volte si possono “limare” certe situazioni troppo soffocanti e opprimenti. 

Gesù poi invita i suoi ad andare “verso un luogo deserto”: noi non viviamo mai nel deserto, il silenzio ci fa paura. A volte però abbiamo bisogno di silenzio, da riempire con parole e messaggi alternativi. Il deserto, luogo dell’essenziale, è anche il luogo nel quale si impara la preziosità di un bicchiere d’acqua pura prima di tante bibite zuccherate e colorate che anziché dissetare fanno venire sete e non fanno bene. Il deserto ci pone la domanda sulle nostre vere ricchezze; non è il posto per impoverirci, ma per trovare il vero tesoro a partire dal quale tutti gli altri si relativizzano, ossia, si mettono in relazione, perdendo il loto potere di signoria su di noi. 

E infine “riposarsi”: questo è il frutto delle due azioni precedenti: nel senso di RI – POSARSI, ossia “trovare una nuova posizione”. Perchè se una vacanza, uno stacco e una distrazione non ci aiutano a trovare un nuovo modo, almeno piccolo, di stare nella vita e affrontarla perdono il loro senso. 

É chiaro che, per il Vangelo,  tutte queste cose vengono illuminate da un comune denominatore: stare con Gesù.

É Lui che è in grado di “fare la differenza” e a dare un contenuto al senso del nostro “ri-poso”. 

E io … quest’anno cosa farò per  ri-posarmi?