29 APRILE, MERCOLEDÌ…

CONFLITTI

Dagli Atti degli Apostoli

In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samarìa.

Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Sàulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.

Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Voi mi avete visto, eppure non credete.

Un pensiero:

Perché si dice che la Parola di Dio è Parola di vita? 

Anzitutto perché contiene e trasmette la Vita, che è Gesù, ma poi perché parla sempre DELLA nostra vita e ALLA nostra vita. 

Il mondo e le situazioni nelle quali accade, se facciamo attenzione,  corrispondono inevitabilmente alle location delle nostre personalissime esperienze, e proprio lì – se ci crediamo – può accadere l’incredibile esperienza di avere trovato quel “tesoro” che ci permette di investire in qualcosa che, a dispetto di ogni contraddizione, ci consente di non fermarci mai, ma anzi, apre scenari inaspettati, inediti e sovente assai fruttuosi. 

Proprio come capita nel Libro degli Atti degli Apostoli: si apre con una violenta persecuzione e si chiude con grande gioia in quella città.

Una persecuzione è un evento drammatico: c’è  addirittura un super fariseo (come si definiva Paolo) che cerca di distruggere la Chiesa.  

Cosa succede però? Quelli che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola, e quelli che sentivano erano molto interessati vedendo anche dei segni in grado di liberare dagli spiriti malvagi, di rimettere in piedi, di riallineare cammini  … INIZIA COSÍ L’EVANGELIZZAZIONE. 

Non è che la stessa cosa capita così anche nelle nostre vite? 

Non è che proprio nei momenti di massima “agitazione” interiore, insicurezza e minaccia il ricorso alla speranza, che è Gesù, sia l’unica vera forza e vita in grado di riempire, ancora e nonostante tutto, le nostre membra infiacchite, ferite  e demotivate? Il nostro confidare in Lui la porta di accesso a processi di trasformazione altrimenti impossibili? In quel momento capita che un evento, brutto come una persecuzione, che per noi può avere mille volti diversi,  diventi la possibilità di scoprire veramente l’alleanza con quel  Salvatore che crea in me un respiro nuovo, rieduca i passi del mio cammino e mi fa rialzare. 

E ritorna la gioia che non è l’ebete sorriso incantato di chi “lascia che sia, tanto ci pensa Dio”, ma operosità rinnovata e rinvigorita in un cuore che ospita il Risorto. 

E capisci che quella città della Samaria, sono proprio io. 

Sono proprio io che devo essere evangelizzato! Ossia, che IO devo diventare Vangelo,  IO devo essere nutrito, istruito, fecondato,  saziato e guidato da quella PAROLA DI VITA. 

Se la mia relazione con Gesù non passa di lì, anche se sono un super-cristiano, rischio proprio di vivere quella situazione che Gesù  sbatte in faccia ai suoi interlocutori: VOI MI AVETE VISTO, MA NON CREDETE. Noi lo vediamo, andiamo a Messa, diciamo le Preghiere: ma. … permettiamo alla Parola di Dio di evangelizzarci, ossia di rendere la nostra  vita COMUNICAZIONE BUONA, ricevuta e donata?

Leggevo queste belle parole di Michaeldavide Semeraro: “ogni volta che la Parola di Dio ritrova il suo posto d’onore non solo liturgico, ma esistenziale nella vita delle comunità ecclesiali e nel vissuto di ogni singolo credente, le cose, pur rimanendo uguali nella sostanza, sono avvertite in modo profondamente diverso”.

Quindi, anche  se dobbiamo ancora aspettare qualche giorno in più per celebrare insieme l’Eucarestia, la nostra recezione esistenziale della Parola può sempre avvenire. 

A partire di lì troviamo vita.

E poi faremo festa. 

Per riflettere: 

Domande che dovremmo farci ogni volta che ascoltiamo o leggiamo la Parola di Dio: 

“É reale? Mi riguarda? Mi appella? Mi rendo conto che è possibilità unica di rigenerazione?”