MARTEDI 21 APRILE …

TRA CIELO, TERRA E INFINITO … 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «
Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

La Resurrezione – di Gesù e, possibilmente, la nostra – è il cuore del messaggio del Vangelo, il senso del nostro credere.

Paolo lo dice con grande convinzione nella Prima lettera ai Corinti al cap. 15, quando afferma che se noi non crediamo al Risorto, siamo da “compiangere più di tutti gli uomini”. 

Detto in altro modo: se credere in Dio non ti serve a nascere e ri-nascere continuamente, non serve a nulla la tua sedicente professione di fede in Lui!

Gesù nel Vangelo lo sta dicendo a Nicodemo con grande chiarezza: la fede non è una definizione, ma è una Parola che ti fa vivere, un riferimento che orienta lo sguardo, vento che ti libera da quell’affanno a senso unico che fa morire ogni respiro dentro il tuo cuore. 

Le definizioni escludono, pongono delle barricate, e, paradossalmente sono la porta dell’ignoranza, perché la presunzione di possedere il significato e il senso ti impediscono di continuare la ricerca, di camminare e di vivere. 

Noi diciamo: “Dio non esiste!”, “quello è un deficiente”, “la vita non ha senso”, “sono tutte balle!”, “non capisci niente”, “non è possibile!” … e ci ingabbiamo. 

Per questo Socrate diceva che “chi sa che sa, non sa, e chi sa che non sa, sa!”. Perché nel momento che pensi di sapere (ma questo, oggi, non lo dice neanche il più spietato patetico razionalista del mondo) … non hai più nulla da imparare, e affoghi nel tuo narcisistico laghetto intellettuale. 

Ieri, nel Vangelo, Nicodemo diceva a Gesù: “noi sappiamo che … “. Oggi Gesù gli dice: “Tu che sei maestro di Israele non conosci queste cose?  … ma allora, cos’è che sa Nicodemo? Nulla, a quanto pare, perchè imparare è un’arte nuova e differente: significa continuamente rinascere. 

Questo è il compito del Risorto: la testarda pretesa, mai ritirata, di permettere a chiunque lo sceglie come Maestro e Signore della sua vita, di ritrovare ogni giorno la possibilità di rinascere a partire da Lui e dal suo “Spirito”. 

Anche perchè, inequivocabilmente, noi NASCIAMO SEMPRE DA UNO SPIRITO: lo Spirito della presunzione di sé, lo Spirito Santo, lo spirito che ci spinge ad autodistruggerci, lo spirito della rassegnazione e del ripiegamento sterile su noi stessi, lo spirito del giudizio (che anzitutto, giudica noi stessi) … NOI, VOLENTI O NOLENTI, SIAMO FIGLI DI UNO SPIRITO! 

Quello che dona Gesù è un po’ particolare: è come il vento. Non sai da dove viene e non sai dove va, ma ha una caratteristica: NE SENTI LA VOCE. Ne senti la Parola. 

Si tratta di ri-conoscerla, accoglierla e viver-la. 

Allora nasce il respiro della libertà che ti libera dalla prigione del presunto sapere, che ti definisce e giudica per farti morire. 

Allora nasce il respiro di quella libertà che ti fa capire, molto più sapientemente, che se noi viviamo è perchè siamo stati messi al mondo, è perchè la vita l’abbiamo ricevuta, è perchè l’aria, le forze, la lucidità della testa, ci permettono di continuare a essere, ma non dipendono da te, ci sono SOLO PERCHÈ LE RICEVI! 

Se io ci sono è perchè sono figlio, ed è per questo che Gesù chiama Dio col nome di Padre, perchè nel nome di questo legame cercato e vissuto troviamo la sorgente del nostro essere: FIGLI CHE RICEVONO. 

Proviamo a pensarci, magari, con l’umiltà di riconoscere che la vita e il senso delle cose, per fortuna, CI OLTREPASSANO e perchè … CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA (anche quella eterna). 

Compito: 

Ascoltare, a occhi chiusi: IO RINASCERÓ