SERPENTI VELENOSI
Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Un pensiero…
Oggi cambio lettura: non più il Vangelo, ma il Libro dei Numeri (la prima lettura della Messa), che racconta la fatica del cammino per conquistare la libertà da parte di Israele: “IL POPOLO NON SOPPORTÒ IL VIAGGIO”.
Leggo e penso alla nostra situazione.
Imprevisto: si fa una svolta non voluta per aggirare il territorio di Edom: popolo troppo forte, avrebbe distrutto quanti passavano sulla loro terra. Nel difficile cammino di tutti i giorni qualcosa fa saltare i piani. Anche per noi, situazione analoga: il nostro “più o meno tranquillo cammino di ogni giorno, dove sì, sapevamo certe cose, sì, la terra non sopporta i nostri comportamenti, sì pochi straricchi e sempre più gente che muore, sì tutto il mondo inquinato, sì ai poveri i tumori ai padroni i proventi delle fabbriche, sì, ci sono isole di immondizia, sì, sì, sì, “vabbè, che sarà mai, si è sempre fatto così? Dovrà ancora passare qualche millennio prima che tutto collassi!” , e a un certo punto eccoti l’imprevisto: un piccolo, microscopico, invisibile microrganismo ci mette in ginocchio, ci distrugge, e non risparmia nessuno, neanche i potenti, neanche quelli che hanno i soldi e neanche quelli che pregano Dio.
Soluzione: allungare il viaggio e passare per la via del Mar Rosso. Soluzione per noi, contenitiva: “stiamo chiusi in casa”, per tutelare noi e i nostri cari e soprattutto per non diventare potenziali portatori di virus per altri (e inizi a capire che la tua salute e quella degli altri sono collegate; che uno starnuto fatto in Cina arriva fino ad Alba, che un gesto di responsabilità fatto o omesso possano fare la differenza).
Reazione: Il popolo a un certo punto, però “non sopportò il viaggio. Il popolo disse (parlò) contro Dio e contro Mosè”. Noi: “ancora a casa?? Ma fino a quando? Stamattina hanno detto fino a Pasqua (sappiamo tutti che non è vero). Fino a quando dovremo sacrificarci per il bene di qualcuno? Fino a quando saremo costretti a sopportare i nostri inetti politici incapaci di darci delle direzioni chiare (comunque …. al di là di tutto sono contento di non essere in Parlamento) …? Fino a quando? Polemiche contro solidarietà e coinvolgimento responsabile. E questi pensieri diventano parole, diventano reazioni … diventano gesti .. diventano ….
SERPENTI VELENOSI: per Israele e per noi. Perché noi siamo i nostri pensieri che ci disgregano e ci avvelenano. Perché noi diventiamo quello che pensiamo e quello che guardiamo per supportare i passi dei nostri giorni. Perchè noi siamo le nostre professioni di fede nel nulla e nel risentimento fino a quando non decidiamo di “spostare il nostro sguardo”, le nostre vedute. Non poteva essere diverso l’antidoto anche per Jhawhé: il velenoso sparlarci e parlare contro, il nostro biforcuto serpente interiore, ha bisogno di essere “innalzato”: “Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita”. Solo quando si recupera l’altezza e l’importanza di una parola che sta AL DI SOPRA di noi possiamo recuperare il senso delle cose e della vita. Per uno che è aspirante discepolo di Gesù è la Parola di Dio, per un uomo che non ci crede può essere una poesia, un sogno; può essere una parola come AMORE, RISPETTO, RESPONSABILITÀ, IORESTOACASA …
Ehhh… che vuoi che sia? Roba troppo piccola, trascurabile, non concreta e irrilevante!
Vero, però anche sto micidiale virus è così: piccolissimo, quasi invisibile, ma capace di distruggere il mondo fino a quando non troveremo antidoti in grado di funzionare. Uno può essere il nostro modo di pensare e di comportarci, piccolo come un anti-virus e grande come l’universo.
Per riflettere:
- Quando sono disperato da quali parole mi faccio ispirare?