XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

NAVIGATORI IMPAZZITI 

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

GPS IMPAZZITI 

Gesù aveva un TomTom che non funzionava, un gps impazzito che non mostrava le strade seguendo il percorso più rapido o più conveniente,  ma col solo desiderio di portare amore, guarigione, senso e contenuto a tutte le persone che incontrava. Esce da Tiro, passa per Sidone, va sul mare in territorio della decapoli, seguendo la strada del cuore rimesso al centro di ogni cosa! Senza nessuna logica! D’altronde, la sostanza dell’amore è solo questa: la mancanza di logica e di calcolo! Che bello credere in un volto di Dio proprio così. Insensato nella sua illogica logica di prossimità ai figli di Dio come un fratello, per tutta la vita, nella morte e oltre la vita. 

IN DISPARTE 

Sembra che l’estate sia finita. Un temporale più forte del solito, le giornate che si accorciano, la ripresa delle attività, e la fatidica sensazione, nonostante il caldo, che come al solito questa stagione passi troppo in fretta. Per qualcuno sarà una benedizione, per altri no, soprattutto per chi non è soddisfatto della propria vita e del proprio cammino. Il problema, però, non è il tempo che passa, ma noi che non abbiamo imparato a stare nel tempo e ad attraversarlo in modo sensato e significativo. Ma fino a quando non capita questa cosa non saremo mai in grado di essere soddisfatti di quello che siamo, perchè dentro di noi non abbiamo le risorse per intraprendere con decisione e chiarezza i nostri percorsi personali. Per questo Gesù per guarire il sordomuto non si limita a fare un “gesto sacerdotale” (imporgli la mano), ma lo porta in disparte prima di operare il miracolo della sua trasformazione. Noi quanto tempo siamo stati LONTANI DALLA FOLLA, dai rumori, dalle cose di tutti i giorni, dalle solite notizie, dai discorsi fatti per uccidere il tempo per ritrovare un po’ noi stessi nella verità di un po’ di silenzio terapeutico e veritativo? 

APRITI! 

Apri la porta! Apri il cuore! Apri tutto ciò che è chiuso e impedisce alla vita di circolare, sembra dire Gesù a questo uomo sordo legato nel suo modo di ascoltare e parlare. Comunicare significa vivere. Se non parlo e non mi metto in relazione sono un oggetto tra tanti oggetti. Potrò sbagliare, ma solo il primo passo che mi fa “uscire dalla mia terra” per rimettermi in contatto con la voce di Dio e il cuore affaticato e gioioso di tanti fratelli mi permetterà di ripartire. Che risuoni come un mantra questo comando di Gesù: “APRITI, APRITI, APRITI” … non sembra una parola rivolta a un organo tappato, ma una preghiera che scioglie le nostre paralisi. Apriti e vivi! Porta il tuo contributo positivo all’universo. Leggevo sta settimana un pensiero di Jean Paul Sartre, che, a età avanzata scriveva di avere vissuto una “vita sdentata”, ossia senza morsi e senza “mordente”, e, al termine della sua parabola esistenziale constatava con amarezza di essere ormai rimasto senza denti. E allora, mettiamoci pure una protesi, una dentiera, ma mordiamo, viviamo: APRITI!