QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO, B

IL PACCHETTO DI SIGARETTE 

 

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Sapere e conoscere non sono la stessa cosa! Uno che sa una cosa non è detto che la conosca. Anche per Gesù: tanti sapevano chi fosse, sapevano addirittura tantissime cose su di Lui, ma … non lo credevano. Anzi, proprio il loro “presunto” sapere  era  il motivo  per non crederLo. Esattamente come capita ai nazaretani. Pensavano di sapere tutto del figlio di Maria e del falegname, e proprio questo motivo li ha portati a non credere che potesse essere il figlio di Dio. Tant’è che gli unici che imparano chi sia il Nazareno sono i discepoli, ossia “coloro che lo seguivano”. Seguire significa camminare dietro, essere aperti al nuovo. 

Non basta sapere una cosa per conoscerla. Tutti abbiamo paura della morte, eppure, anche sapendo che, come riportato sui pacchetti delle sigarette “il fumo aumenta il rischio della cecità, i minori non devono fumare, il fumo del tabacco contiene 70 sostanze cancerogene, il fumo uccide – smetti subito!”, a  livello mondiale ci sono 1,25 miliardi di consumatori adulti di tabacco, circa 1 adulto su 5: sono amanti della morte? Sanno, ma non conoscono la verità di queste parole. Tutti sappiamo che la guerra distrugge il mondo: eppure sulla terra nel 2023 i conflitti sono aumentati del 12% rispetto al 2022 e di oltre il 40% rispetto al 2020. Una persona su sei vive in un’area in cui vi è un conflitto attivo. Tutti sanno che droga uccide, eppure il consumo di droga continua a essere elevato in tutto il mondo. Nel 2021, il 5,8% della popolazione mondiale – pari a 296 milioni di persone – ha fatto uso di stupefacenti, con un aumento di circa il 23% rispetto a 10 anni prima… e potremo continuare la lista all’infinito. Sappiamo, ma non conosciamo cosa significhi fidarci di quel sapere. 

Come si fa, allora, a passare dal sapere alla conoscenza? Attraverso il riconoscimento di quello che so, ossia:  la pratica. Pratica che è rinnovamento, che è desiderio di stare e di ripetere il nostro SÍ alla vita e al Dio della vita. Lo vorrei dire con delle parole scritte da Ernesto Olivero, il fondatore del SERMIG: Il nostro dare la vita ci rende totalmente liberi per amare tutti con cuore indiviso come Gesù. Nella vita di fraternità non diventiamo mai dipendenti dall’UMORE degli altri, ma diventiamo dipendenti dall’AMORE di Dio. Qualunque dipendenza ci limita e ci rattrista, la libertà del cuore rallegra la nostra vita e ci apre al servizio gratuito. Dipendiamo solo dall’amore di Dio perchè da Lui impariamo ad amare con gratuità, senza aspettarci nulla in cambio se non la gioia di fare felici gli altri. Tristezze e paure di cui è pieno il mondo affliggono anche tante persone che scelgono di dare la vita. Non basta dire sì a Dio una volta per sempre, e poi chiuderci nel nostro SÍ. Occorre puntare sull’amore che è nuovo ogni giorno. Il SÍ è sí se dá vita, se crea vita intorno, proprio come una nuova continua creazione. Il SÍ è vero se ci supera, se ci aiuta a dare un senso alla vita sempre. Il SÍ ci rimette in discussione ogni giorno perchè l’orgoglio non ci renda impenetrabili, perchè l’arroganza e la superbia non spadroneggino. Desidero che ognuno cerchi di capire se il suo SÍ sta portando vita o paura, vita o morte. Se chiediamo al Signore il dono di capire, anche i più duri di noi avranno la grazia di cercare e di capire. Se c’è buona volontà risorgiamo, cambiamo, perchè Gesù è venuto a portarci la certezza che possiamo cambiare in qualsiasi momento. Il SÍ è sì se attrae altri sí, il SÍ è sí se diventa bene per quelli che ci avvicinano. 

Noi che ci diciamo cristiani SAPPIAMO che Olivero ha ragione. 

Lo RI-CONOSCEREMO PRATICAMENTE questa settimana?  Se la risposta è positiva, arriveremo alla conoscenza. Altrimenti … continueremo a sapere cose del tutto inutili, anche le più belle e preziose.