PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (- 27) 

VUOI GUARIRE?

Erano 38 anni che non stava bene! 

Gesù gli domanda se vuole guarire e lui gli risponde che a causa degli altri che non lo accompagnano nella piscina per essere sanato, e a causa degli  altri  che arrivavano prima di lui … non ci era mai riuscito. 

Ma TU, tu, proprio tu, vuoi guarire? 

Ma IO, io, proprio io, voglio guarire? 

Non stiamo parlando delle gambe, parliamo di altre cose che partono dal centro della verità della nostra vita, che è la casetta dove dentro di noi possiamo incontrare la presenza di Dio – che, ci ricordava il libro della Cronache domenica scorsa, siamo noi, chiamati “sua dimora”.

“Alzati, prendi la tua barella e parti!”

Ci crede e parte. 

Vuoi guarire? Prendi quello che sei nella tua totalità e cammina! Ma non aspettare che siano gli altri ad accompagnarti, non accusare gli altri che arrivano prima di te, perché c’è qualcosa che puoi fare solo TU … poi, quando hai iniziato a camminare, un passo dopo l’altro, inizierà – anzi continuerà – la guarigione. 

E se iniziassi oggi a guarire? Da quale malattia (interiore) vorrei guarire? Qual è quella cosa che soltanto io, oggi, posso fare e so che potrebbe costituire un salto quantico nella mia vita? Ricordi? Come trasformare il mio impossibile in possibile?(!) 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-26)

IN CAMMINO

Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

Lunedì, è ora di mettersi in cammino. 

Di far fruttare in noi il seme della Parola accolta alla Messa di ieri, di quel Signore che non è venuto a condannare il mondo, ma perchè ci possiamo salvare per mezzo di Lui. 

Al Salmo ieri rispondevamo: “il RICORDO di Te Signore è la nostra gioia”

Che sia questo ricordo a riempire la nostra giornata e ci impegni a portare segni di POSSIBILE laddove tutti gli altri vedono solo l’IMPOSSIBILE.

Ossia, come l’uomo del vangelo di stamattina, che poiché credette alla Parola di Dio … si mise in cammino! 

Questa settimana che segni di possibilità voglio fare? Cosa significa per me camminare sulla Parola di Dio, di Gesù che è la Via alla vita? Da che parola-guida mi voglio fare guidare questa settimana? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-25)

SALVARE

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Noi cerchiamo di salvare tutto: i file, le cose che ci hanno regalato, i ricordi, le suppellettili di casa, i quaderni delle elementari, i messaggi importanti, le cose belle, i gioielli preziosi. Salviamo, custodiamo, nascondiamo, organizziamo, accumuliamo con ordine, disponiamo, progettiamo, sogniamo … 

E poi, arriva il giorno che siamo chiamati a lasciare tutto a delle persone che non sanno bene come fare e cosa fare di fronte alla mole di tutta sta roba salvata … 

Ma, soprattutto, dopo una vita tutta passata a organizzarsi, sorge spontanea la domanda: 

“Qualcuno … salverà anche me?”

Il Vangelo mi dice che c’è un certo Gesù, Figlio di Dio, che ha proprio questo desiderio e questa pretesa … ; io dico di essere suo discepolo, mi difinisco cristiano … 

Quanto gli permetto di salvarmi? Di organizzare e ispirare i miei sogni? Di fornirmi materia per camminare verso la luce anzichè soccombere nel buio? Di aprire il mio cuore a nuovi battiti e i miei polmoni a respirare aria nuova?

Oggi è domenica, il suo giorno, il mio, della mia salvezza. 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-24) 

OCCHI

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

Un caro saluto a tutti! 

Siamo a metà Quaresima, come sta andando il nostro cammino verso la Luce, la Liberazione e la Vita? 

Oggi parliamo di occhi, lo facciamo a partire da quelli del pubblicano e del fariseo che vanno a pregare al tempio.

Il fariseo li usa per guardarsi, auto celebrarsi e disprezzare il suo vicino. Per tutto, ma non per muoverli verso quel Dio che avrebbe dovuto pregare. Infatti non prega. 

Il pubblicano non osava alzarli a cielo, ma forse, li teneva chiusi per guardarsi dentro e riconoscere la sua verità di bisognoso di salvezza. Di peccatore. Sì, diciamo questa parola che abbiamo paura di usare, ci sembra arcaica e lontana. Peccato: “non fare centro”. Basterebbe questo riconoscimento sincero perchè la nostra preghiera possa permettere alla mano di Dio di spostare il nostro arco e ripuntare la nostra freccia. 

Scriva Semeraro: “Il Signore predilige chiaramente l’atteggiamento del pubblicano non perché preferisca la trasgressione alla giustizia, ma perché ama di più una relazione fatta di verità piuttosto che un modo di porsi davanti a lui mascherando il proprio bisogno di essere accolti e di essere sempre perdonati e amati”.

E io?  

Ogni tanto ho la “grazia” di sentire e riconoscere il mio peccato? Cosa faccio dopo? E se in questa Quaresima trovassi un momento per riconciliarmi con Dio e con me stesso?

Quarta domenica del tempo di Quaresima

LUCE O BUIO? 

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Anche noi, siamo tanti  piccoli Nicodemi che, nella notte della verità delle domande che ci portiamo nel cuore e a volte non ci lasciano dormire, ci rivolgiamo timidamente a Gesù, perché sappiamo che Lui è un maestro venuto da Dio, e nessuno può fare i segni (in-segnante) che fa Lui, se non perchè Dio lo abita pienamente. Anche noi abbiamo bisogno e aspiriamo a quella sete di luce in grado di gettare qualche bagliore di speranza e di forza sul nostro buio. La risposta non si fa attendere: “devi rinascere!”. Come dire … non basta quella prima venuta al mondo che coincide con il giorno del tuo compleanno, ce n’è una seconda, ancora più importante,  che devi scegliere tu e che sia il faro e l’indizio di storia nuova e  futuro per i tuoi passi quotidiani. E Gesù viene innalzato per questo: per insegnarmi cosa sia una vita “eterna”, ossia PIENA, “di indistruttibile qualità”,  direbbe Maggi. Viene innalzato, abbassandosi verso di me, perchè io mi possa ritrovare, come quel figliol prodigo che torna dal Padre che lo aspettava e non contiene la sua gioia, perchè “era perduto ed è stato ritrovato”! Che bello questo Signore che non è venuto a condannare il mondo ma a salvarlo! Al massimo sono io che mi condanno quando non sto nella Vita, perchè faccio un’altra strada, e togliendo una D dalla parola delle parole, mi rimane soltanto il mio IO … che diventa il tutto, il centro, l’idolo al quale sacrificare il mondo per paura di perderlo …. condannando a morte me e il mondo (vedi Tg, giornali, e radiogiornali) … Ma allora, perchè non si cambia strada? Perchè noi uomini non lo capiamo? Forse per il motivo che dice Gesù: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce” … Perchè preferiamo il buio alla luce? Abbiamo proprio bisogno di un Salvatore. Di un Salvatore del mondo! 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-23)

Vie

Rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano

Che strano, la via uguale, l’esito diverso. 

Ma allora, cosa fa la differenza? 

L’approccio, ossia la nostra disposizione e la nostra disponibilità a permettere alla Via del Signore di essere un CAMMINO, anziché considerarle un inciampo. 

Ma il permesso lo dò sempre io. 

Seneca quando parla a Lucilio della gioia scrive: “la gioia di cui ti parlo e alla quale cerco di condurti è fondata e si genera intensamente nell’interiorità”. 

Anche io devo tornare dentro, nell’interiorità, per dirmi… 

“Quante volte non capisco, quante volte le cose non tornano, ma quante poche volte ho l’umiltà di fermarmi a considerare la mia via e la mia direzione per dichiarare che forse … sto sbagliando strada?

E ricordando che Dio non è venuto a condannare il mondo, ma a salvarlo. 

Insieme a me. 

Io dove sto andando? Dove mi stanno portando i miei passi? La via della Quaresima sta già facendo nascere piccoli germogli di novità e sogni di differenze? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-22)

DISPERDERE

“Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”.

Ebbene sì, nella vita c’è sempre questo pericolo: avere fatto tanto  per poi avere la sensazione di perdere  e disperdere tutto. 

Vite senza un po’ di respiro.

Corse affannose.

Competizioni virali. 

Castelli in aria. 

Autoreferenzialitá esasperate … 

Per cosa? 

“A che serve avere guadagnato il mondo intero se poi si perde l’anima?“ diceva un certo Gesù. 

Perché il problema è tutto lí, e non si tratta di una questione religiosa, ma genuinamente umana. Umanissima. 

Niente è più concreto di un’anima vivace e viva. Niente è più prezioso di uno spirito attivato dallo Spirito di Dio. 

Così dice il Signore: “camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.

La Quaresima non è un cammino di tristezza, ma di lieta liberazione da tutto quello che ci impedisce di raccogliere, di riaccendere la nostra anima e di ritrovare la strada della felicità, che non è il ridanciano possesso di un accumulatore seriale, ma la sana leggerezza spirituale di chi sa che la forza di Dio nasce dall’accudimento attento a quanto sta dentro di noi. 

Va tutto bene? Qualcosa che non torna? E se dicessi “basta!” – proprio oggi, 7 marzo 2024 –  e iniziassi a essere e a camminare sulla strada che so essere la mia Via? 

IL PRESEPE DI PASQUA (II)

COME LEGGERE E INTERPRETARE? 

 

L’ALBERO 

Il giusto sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, 

che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; 

riusciranno tutte le sue opere

Parole del Salmo 1. Il primo. 

A ricordare che non tutto ci fa crescere e ci dà vita. A ricordarci che a volte siamo proprio come l’albero che abbiamo davanti ai nostri occhi: secco, privo di linfa. E così il mondo, la storia, le cose che facciamo.  La Parola di Dio ci accompagna nella Pasqua per riscoprire che cosa può ancora rivitalizzarci e scorrere nelle nostre vene: la benefica presenza di Dio che sfida le nostre morti e abita i nostri bui. 

Credere in Lui, ricominciare un cammino: questa la sfida della rinascita pasquale. 

A parte di riconoscere la nostra verità. 

LA COLOMBA (LO SPIRITO SANTO) 

“Bagna ciò che è arido, 

sana ciò che sanguina, 

drizza ciò che è sviato” 

Dio non ci lascia soli, su di noi sempre la presenza di quello Spirito Santo che non invochiamo quasi mai e del quale non cerchiamo quasi mai la forza.  Eppure il Signore è con noi, Spirito santo, respiro e sospiro che accolto nei polmoni del cuore e della mente, e reso parlante attraverso l’ascolto del Vangelo riversa pioggia benefica e rinvigorente, novità oltre ogni paralisi e ristagno. 

Vieni Santo Spirito!

IL SEPOLCRO (a sinistra) 

“Perchè cercate tra i morti Colui che è vivo?” 

Il sepolcro è vuoto!!! Ma non abbiamo ancora imparato che Gesù, il Risorto, lo troviamo SOLAMENTE nell’attivazione dei nostri cammini? Gesù non lo incontri coricato, lo incontri se ti alzi e ti metti a camminare dietro di Lui. Svuotiamo i sepolcri dei nostri cuori per attivare le luci di Pasqua. 

PANE E VINO (a sinistra) 

“Fate questo in memoria di me”! 

Ma il mio FARE è legato alla MEMORIA di Gesù?

Questo significa essere discepoli della vita, della luce, dell’acqua che scorre, della novità del mondo, della Pasqua e della Resurrezione. 

TUTTO IL MONDO, CON LE SUE LACRIME, LE SUE DIFFICOLTÀ E TUTTO IL SANGUE INNOCENTE CHE SCORRE, AI PIEDI DELL’ALBERO, NELLA CORONA DI SPINE DI GESU’, PERCHÈ ATTRAVERSO IL NOSTRO RIFIORIRE IN LUI POSSA ESSERE RISOLLEVATO DAL NOSTRO COINVOLGIMENTO E DA NUOVE PRESE DI POSIZIONE EVANGELICHE CHE SERVONO LA VITA E LA FRATERNITÀ. 

IL “PRESEPIO DI PASQUA” 2024 (1)

DIO

HA MANDATO IL FIGLIO SUO, 

UOMO TRA GLI UOMINI. 

GESÚ PROVA DOLORE, EMOZIONI, PAURE COME NOI;

MA IL SUO AMORE É COSÍ GRANDE CHE DONA 

TUTTO SE STESSO: 

LA SUA VITA, LÍ, SULLA CROCE. 

OGNI SUA LACRIMA DI SANGUE VERSATA, OGNI TORTURA SUBITA, 

PER SALVARE NOI UOMINI,

PERCHÉ IL SUO CUORE E IL SUO AMORE SONO INIFINITI. 

MA NOI UOMINI DI OGGI CI SIAMO PERSI … 

SIAMO ALBERI SOLITARI NEL DESERTO. 

QUEST’ANNO NOI DEL GRUPPO PRESEPE 

ABBIAMO DECISO DI RIFLETTERE SU QUANTO SIA IMPORTANTE

LA RESURREZIONE DI GESÚ … 

GESÚ RISORGE DAL SEPOLCRO

LA VITA É PIÚ FORTE DELLA MORTE,

IL BENE PIÚ FORTE DEL MALE,

LA MORTE PIÚ FORTE DELL’ODIO,

LA VERITÁ PIÚ FORTE DELLA MENZOGNA. 

IN QUESTO MOMENTO STORICO DOVE I SENTIMENTI

DI ODIO, DI INDIVIDUALISMO, DI PREVARICAZIONE 

SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO

OGNUNO DI NOI PUÓ FARE LA SUA PARTE … 

INSEGUIRE, CERCARE DENTRO DI NOI LA LUCE

E DONARLA

CI RENDE SEMPLICEMENTE VIVI!

AMARE SIGNIFICA CONDIVIDERE: 

UN PIATTO DI MINESTRA, IL TEMPO, IL NOSTRO SUPERFLUO (E NON)

CHE A VOLTE PUÓ ESSERE ESSENZIALE PER GLI ALTRI! 

CHE SIA INIZIO DI UN NUOVO CAMMINO! 

BUONA PASQUA 

 

Nuccia, Arturo, Gigi, Giovanni e Carlo