I giorni della SETTIMA SANTA sono SANTI perchè riguardano noi, la nostra vita e i nostri destini.
GIOVEDI SANTO: lavanda dei piedi e consegna del pane. Gesù PASSA NEL FUOCO e lava i piedi di chi non ha capito. Imparando dalla donna che aveva pianto su di Lui. Gesù imita i gesti della donna.Quando l’uomo ama compie gesti divini, e quando Dio ama compie dei gesti umani. Dio “si vendica di noi” prendendo in mano i piedi di gente nomade e zoppa che, fuggita, sfuggirà ancora. Gesù non è padrone, ma servo che aiuta e mi chiede di non fuggire. Gesù mi dice: “sono il tuo servo, Colui che ti abbraccia per preparare la festa”.
VENERDI SANTO: Credere a Pasqua non è fede vera, fede vera è il Venerdì Santo (Turoldo). É il giorno della croce. Di chi sa che chi ascolta NON CAPISCE. Gesù ATTIRA dalla croce: io sono cristiano “per attrazione”. Ma cosa mi attira? I miracoli? Non ce ne sono! Mi attira UN ATTO DI AMORE. La cosa più bella è CHI UNO AMA. La regola originaria della bellezza è chi uno ama. Dio non mi seduce con l’onnipotenza ma col gesto dell’amore supremo di Dio. Con l’eccesso di amore. In quel crocifisso appare bellissimo chi mi ama fino all’estremo.
Dalle 12 alle 15, poi, SI FA BUIO: ci sarà notte, buio e oscurità, ma non oltre: alle lacrime è posto un limite. Dio non salva DAL dolore, ma NEL dolore. La fede non è assicurazione contro gli infortuni della vita ma la sicurezza che non sarò abbandonato: l’ultima parola spetta al Padre
SABATO SANTO: silenzio, ma quello della brace, quello del suo amore. Noi percepiamo il tepore seduti in faccia al sepolcro. Ci facciamo raccontare la parabola del seme caduto in terra. Semente che si disfa. Come il seme del grano che cresce. Maritain diceva: “sono un cristiano che appoggia l’orecchio a terra per ascoltare l’erba che cresce”. Gesù è in un sepolcro, nel buco di una roccia. I discepoli “restano insieme”. Insieme si fa argine contro la disperazione. E poi ci sono le donne. Cosa li tiene insieme? Un collante rimane: Gesù! Dio è il cemento dell’umanità. Il collante che tiene insieme i frammenti delle vite e dà unità. Se siamo spezzati il Signore prenderà i cocci e diventerà una sorgente e la fragilità dei discepoli diventerà un CANALE attraverso cui giunge a noi la grande speranza.
DOMENICA DI PASQUA: gente che corre, amore, lacrime. Le prime parole del Risorto sono: “donna, perchè piangi?”. Gesù pone il suo primo sguardo sulla sofferenza e sul dolore. Il tesoro di Dio sono le lacrime che “nell’otre Suo raccoglie”, dice il Salmo. Gesù fino all’ultimo giorno asciuga le lacrime. Le chiede del suo dolore, non le chiede perchè non ha capito e perchè non si èfidata .
Nessuno ha un Dio così bello, e lo amiamo per la sua umanità UNICA!
E poi ci sono le piaghe dove Tommaso è invitato a mettere le dita.”Tommaso, metti le tue dita”. L’amore FERISCE. Le ferite sono l’alfabeto dell’amore. E se Gesù sale al cielo con queste sue ferite, noi abbiamo dolore d’uomo in Paradiso. Ma queste piaghe non emanano più dolore, ma luce. E le ferite diventano feritoie. “Ogni cosa ha le sue crepe, ma è attraverso la crepa che entra la luce” (Coen).
Pasqua senza croce e senza corpo del Crocifisso è vuota!
Ciò in cui noi crediamo è la Pasqua ma ciò che ci fa credere è la croce di Gesù.
Il Vangelo si legge come le lettere ebraiche: DALLA FINE!