GETTARE
“Lo condussero sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per GETTARLO GIÚ”
Naaman nella prima lettura disdegna il comando del Signore che per bocca di Israele gli dice di bagnare il suo corpo malato di lebbra nel fiume Giordano. Non sia mai, l’Abanà e il Parpar sono fiumi molto più grandi.
A sentire Gesù, tutti i suoi concittadini sono sdegnati: il Messia che si aspettavano loro doveva agire secondo le loro attese e i loro piani: buttiamolo via! Ma Gesù, passando in mezzo, si rimette in cammino.
Mi suonano famigliari questi atteggiamenti: quante volte, scontenti di quello che abbiamo viviamo la vita come una triste rivendicazione che ci paralizza e ci incupisce in modo capriccioso per la mala sorte che ci è capitata … e smettiamo di vivere.
Ma, se cominciassimo a riconsiderare e ri-apprezzare quello che ci è stato dato anzichè rimpiangere quello che non abbiamo?
Forse potremmo scoprire che “c’è tanta roba!” E che bastano le acque del Giordano per guarire e che in Gesù abbiamo quanto … di meglio non si può!
Quali sono i doni che mi appartengono e non riconosco tenendoli chiusi dentro la cassaforte del risentimento? Perchè non prendere un foglio scrivendo cinque cose per le quali ringraziare il Signore ricominciando a vivere da lì?