XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GUADAGNI DI ABBRACCI 

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

Domenica scorsa, a Messa, chiedevamo al Padre che seguendo le orme di Cristo, scegliessimo sempre le vie che accrescono la vita (ti fa venire i brividi una richiesta del genere).  Geremia,  ci invitava a ravvivare il fuoco che ci brucia dentro permettendogli di scaldare i nostri sogni e di non farci vivere da arresi. Paolo ci svelava alcuni segreti per farlo: non conformandoci ma trasformandoci: cercando ciò che è buono – ossia la volontà di Dio – e rinnovando la nostra mente. Nel Vangelo, infine, per potere vivere il cammino che ci porta al Regno di Dio e alla fraternità,  eravamo invitati a non temere di rinnegare la morte, il male e tutte le strade che ostacolano la vita (“rinneghi se stesso”), continuare a essere fedeli a quello che crediamo (prendere la croce)  e seguire le orme di Gesù (“mi segua”).

Questo tutto il senso del nostro cammino: così diventiamo cristiani. D’altronde se non fosse così non sai bene perché pregare  e perché andare a Messa. Noi siamo cristiani perché formiamo la nostra identità, rinnovandola e rimotivandola settimanalmente, partecipando al banchetto di Gesù, l’Eucarestia. Siamo cristiani “formati dalla Domenica”, il giorno della signoria di Dio su di noi. 

E allora, nei miei commenti continuerò a mantenere questo schema che spero ci possa aiutare nei nostri cammini. 

Domenica prossima la preghiera di colletta ci invita a diventare “custodi attenti di ogni fratello nell’amore, che è la pienezza (della Legge) della vita”. Facile da dire, molto complesso da vivere. Però gli atteggiamenti sono importanti, perché ci predispongono ad affrontare la realtà con uno spirito particolare che siamo chiamati a scegliere quotidianamente, esattamente come la nostra fede. 

Ezechiele nella prima lettura si sente dire da Dio che è stato posto come SENTINELLA per la casa di Israele. Dio gli chiede di “riferire” la Parola che ascolterà da Lui. Perché quella Parola è parola che desidera custodire la fraternità, operare la conversione del nostro cuore che deve farci comprendere in che cosa “troviamo casa” nella nostra vita. Dimorare nella Parola è possibilità unica per intraprendere cammini di nuove visioni. San Paolo, poi, nella seconda lettura, ci ricorda di NON ESSERE DEBITORI SE NON DI UN AMORE VICENDEVOLE … questo il nostro solo debito, che in realtà è un credito, perché chi ama compie un atto di fiducia nell’amore. Il Vangelo infine parla del cammino del confronto, dell’accordo e del guadagno del fratello come desiderio che  deve ardere al centro del cuore dell’uomo. Ronchi scrive molto bene: “c’è gente che guadagna soldi, gente che guadagna stima o potere, e poi c’è gente che guadagna i fratelli”. Che bello se anche per noi fosse una ricchezza ricercata quella del legame buono che salva la vita e il suo senso. 

Detto questo iniziano i sudori freddi, perché la realtà mette tanta gente sul tuo cammino, e provare a “custodire nell’amore con attenzione” è operazione tutt’altro che semplice e immediata, basta vedere i materassi lungo Via Pola, senza andare tanto lontano. Però non spaventiamoci, iniziamo dal piccolo, tutto è importante agli occhi di Dio e dei fratelli quando è fatto con amore. Diceva S. Teresa di Calcutta: “Aiuta una persona alla volta, e inizia sempre dalla persona più vicina a te!” … e tante gocce formeranno l’oceano della novità.