SESTA DOMENICA DI PASQUA

FIGLI NELLO SPIRITO

Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 

 

Perdere il Signore,  Dio, il Riferimento di senso nella nostra vita è una delle cose più tristi per noi. I discepoli stessi, che ragionavano esattamente come noi, erano angosciati di perdere Gesù, il loro Rabbì, il loro amico e la loro vita. Grande e bella la rassicurazione ricevuta: “io non vi lascerò soli, vi manderò il mio Spirito, per rimanere sempre insieme a voi!”. É un po’ difficile riuscire a credere le parole di Gesù, perchè noi siamo abituati a vivere di “visibilità e concretezze”. Come facciamo a vedere ciò che non si vede? La risposta è chiara: dobbiamo rimanere nello Spirito e Lui rimarrà in noi. La presenza di Gesù non passa più attraverso la constatazione di quello che viene mediato dai nostri sensi, ma accade a partire dalle nostre scelte e dal nostro desiderio di vivere “secondo lo spirito” che ha animato il Signore, e non solo, ma anche con lo stesso Spirito di Dio che è la presenza di Gesù oggi nelle nostre vite.

Noi lo riceviamo continuamente: la mattina iniziamo la giornata nel Suo Nome quando facciamo il segno di croce; ogni domenica andando a Messa lo riceviamo quando ascoltiamo la Parola e quando ci nutriamo di quel pane che è Gesù stesso, che ci rende offerta di Vangelo per il mondo; tutti i Sacramenti ci fanno vivere dello Spirito di Dio; ogni volta che chiudiamo gli occhi e lo invochiamo con tutto il cuore, Lui c’è, è qui “presso di noi e in noi”. Non siamo orfani. Non è facile, lo so. Ma più che altro, non è molto realizzato nella vita, perchè a volte ci limitiamo a esprimere i nostri legami con il Signore in maniera molto blanda e superficiale, oppure come una consuetudine e non una sostanza. Non dobbiamo avere timore di aprirGli il cuore e la mente. Di vivere la sua presenza come una consapevolezza continuamente rinnovata e desiderata. Insomma, di vivere il dono della sua presenza che Egli continuamente ci fa e non viene mai meno. Perchè se questo è garantito da parte sua, non è sempre realizzato da parte nostra, che sovente sappiamo che al di là della porta c’è un Signore che ci bussa, ma non sempre siamo disposti a farlo entrare.

A volte ti dicono: “tu hai avuto il dono della fede, io no”. É una frase sbagliata. Il dono della fede lo abbiamo tutti, se così non fosse non sarebbe un dono, sarebbe qualcosa solo per qualcuno. La diversità è vivere o no un dono che ci viene fatto. Come se mi facessero un regalo ma io lo metto nello sgabuzzino o non lo apro mai. Può essere il regalo più bello del mondo, ma è l’interazione, il mettersi in relazione, l’iniziare il gioco della sorpresa del contenuto, il desiderio di sapere che novità porterà alla mia vita, insomma, il mio VIVERE il dono, a fare la differenza. Tutto lì. Semplice, ma difficile, molto complesso nel sistema di vita e delle nostre teste. Non dobbiamo avere timore! Ogni giorno piccoli spazi in più, piccoli varchi ampliati di ospitalità della luce di Dio nel nostro cuore e nella nostra mente attiveranno un’intensificazione continua della percezione che ogni volta che dono qualcosa di mio al Signore ricevo finalmente me stesso … e il centuplo, in ogni cosa.  CREDERE PER VEDERE!