Appuntamento per chi vuole, STASERA, mercoledì 30 novembre alle ore 21,00
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Appuntamento per chi vuole, STASERA, mercoledì 30 novembre alle ore 21,00
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Sta iniziando il Tempo di Avvento e speriamo che non sia come “i giorni di Noè”.
Cosa sarebbero questi giorni di Noè? Sono quelli come i nostri, dove capita di tutto, si vive, si mangia, si beve; In Genesi c’è anche scritto che “la terra era diventata un covo di violenza” e le persone che passano vicino alla casa di Noè lo vedono intento a fare una cosa un po’ strana: costruire una nave, una barca nel mezzo delle colline, ma la cosa non dice molto, perchè si sa, la vita è pai d’na barca n’tel bosc … solo che stavolta la barca non è il segno della remissione e dell’impotenza, ma l’offerta di una salvezza e di un futuro, e quello che sembra doversi ripetere all’infinito… cambia! (COME MI COMPORTO DI FRONTE AI SEGNI CHE VEDO ATTORNO A ME?)
Già, il problema che di solito impedisce alle nostre vite di festeggiare CONCRETAMENTE un vero Natale, ossia una nascita e un rinnovamento di noi stessi in quel Gesù che viene a portare una Parola diversa e la vita è possibile solo a patto di smettere di NON ACCORGERCI DI NIENTE e ci svegliarsi dai nostri letarghi indifferenti così troppo spesso divorati dai tran tran dei nostri vortici quotidiani che nulla hanno da dire e apportare alla nostra rassegnata attività onirica: non si sogna più! (CHE SOGNI HO? NE HO ANCORA? SO ELENCARLI?)
E invece si può sognare ancora! Questo ci dice il Vangelo. É chiaro che Dio non ha mai mandato nessun diluvio e non ha mai distrutto la creazione, anzi! L’arca era proprio la piattaforma di salvataggio e di un nuovo inizio! Chissà se abbiamo voglia di farci interpellare dal richiamo di questo “ennesimo” avvento per farlo diventare una forza in grado di segnare positivamente e potentemente la nostra vita? Basta un po’ di attenzione. L’umiltà di riconoscere la nostra verità alla luce della Luce, e … non ci sarà diluvio che tenga! Ogni ora è buona! La nostra ignoranza a tale proposito apre le possibilità al campo dell’infinito! (CHE IMPEGNI MI PIACEREBBE PRENDERE PER DARE AL MIO TEMPO UNA NUOVA DIREZIONE E PROSPETTIVA?)
GIOVEDI 23 NOVEMBRE ALLE ORE 21,00
Per chi vuole, domenica prossima, PRIMA DOMENICA DI AVVENTO faremo un ritiro spirituale, nella Chiesa Parrocchiale del Divin Maestro, sul tema “TENDERE, ATTENDERE e FARE ATTENZIONE: tre verbi per riscoprire il nostro NATALE in Gesù“. Ci ritroviamo alle 15,30 in Chiesa, segue riflessione su un brano del Vangelo, Adorazione silenziosa con possibilità di confessarsi e benedizione finale. Tutti BENVENUTI! Fatte passare voce se sapete che qualcuno è interessato.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Un amico ha detto: “ma come mai leggono il Vangelo di Pasqua se tra un mese è Natale?”. Forse perchè all’inizio e alla fine dell’anno liturgico ci dobbiamo ricordare che NATALE è nascere per diventare nuovi, mentre la festa di Cristo Re è la celebrazione della consapevolezza che questa novità non è una questione legata ai primi anni della nostra vita, ma la condizione permanente di chi rinasce continuamente nel Signore Gesù e sa che il suo Regno ha come trono la Croce di quell’amore incondizionato che non viene mai meno a chi gli si accosta con fiducia. E soprattutto di quell’amore che non finisce mai, neanche davanti alla morte.
Colpisce il cuore la fedeltà di Gesù al Padre sino alla fine, che corrisponde al desiderio di non salvare se stesso – come gli dicono per ben tre volte sotto la croce e gli aveva già proposto il diavolo nella triplice tentazione del deserto – ma, come atto conclusivo della sua vita, salva l’ultimo della terra: un malfattore. Mentre in tutte le religioni è l’uomo che cerca Dio, qui è Dio che per primo e sino alla fine ci viene a cercare. Prima sollecitazione: io so fare gesti che pensano prima agli altri che a me stesso?
L’altro malfattore riconosce la vera identità di Gesù: Colui che “non ha fatto nulla di male”, ma, anzi, è passato “facendo il bene”. Cosa vuol dire per me meditare la bontà di Dio e riconoscere il mio male? So ancora riconoscere il mio peccato, ossia, tutti quei gesti, parole e pensieri che mi dividono dalla fonte della vita e dai miei fratelli?
“Gesù, ricordati di me!” Tutti noi abbiamo un tacito terrore che percorre, con o senza voce, il nostro cuore: la paura di essere dimenticati … se nessuno si ricorda di noi vuol dire che non siamo amati. La risposta di Gesù è immediata: da OGGI … Lui ci promette che non si dimenticherà mai ; quando celebriamo la Messa all’elevazione diciamo FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME … noi che pretendiamo da Gesù di essere ricordati, ci ricordiamo di Lui?
MERCOLEDÍ 16 NOVEMBRE ALLE ORE 21,00
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Qualcuno potrebbe contestare: “la Parola Vangelo non significa BUONA NOTIZIA?”. A una lettura veloce non sembra esserci in quello di domenica. In realtà, C’É! Anzi, ci sono addirittura 7 buone notizie che ci possono aiutare ad affrontare quel bailamme di notizie sconcertanti che più che essere una prerogativa della letteratura apocalittica sono l’elenco delle news che vediamo quotidianamente al TG: distruzioni, guerre, rivoluzioni, popoli contro popoli, nazioni che fanno guerra, terremoti, carestie, pestilenze … niente di “originale”. Il problema è come “attraversare e vivere” queste situazioni, che non sono semplicemente la fine del mondo ma il segno che un mondo così non ci sta portando da nessuna parte.
Ecco allora cosa ci risponde il Vangelo, che è anzitutto possibilità di ricevere “Parola e Sapienza”: 1. Non lasciatevi ingannare (pieno il mondo di ingannatori seriali e virtuali!) 2. Non andate dietro a loro (noi Chi seguiamo per avere la vita?) 3. Non vi terrorizzate (difficile, ma il Nome di una speranza può ancora riscattarci) 4. Avrete occasione di dare testimonianza (quali gesti della nostra vita contestano FATTIVAMENTE la puzza delle morte che ci circonda?) 5. Nemmeno un capello del vostro capo vi sarà torto (ossia: “non temete chi provoca la morte fisica, ma chi uccide l’anima” e la voglia di vivere) 6. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (quanto vivo consapevolmente questa certezza?).
Insomma, Martin Luther King diceva: “meglio morire da vivi, che vivere come dei morti”. Il Vangelo apre orizzonti di vita, sempre e comunque, a chi gli apre il cuore. E vale la pena, anche se, Gesù ce lo fa capire, il cammino non è sempre facile. Ma l’importante è la meta. Quando invito qualcuno a salire sul Monte Bianco non gli dico: “vieni a percorrere una faticosissima salita?”, ma “vuoi vedere un panorama stupendo?”. Da vivi. Anche quando tutto dice il contrario. Gesù É LA VITA.
DAL VANGELO SECONDO LUCA
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
A volte il Vangelo presenta delle storie assurde: la morte di 7 mariti, la mancanza di discendenza, un “caso teologico” che prescinde dal dramma raccontato per ridicolizzare Gesù e la promessa della Resurrezione. Senza Resurrezione, però “è vana la nostra fede in Cristo” ci ricorda Paolo. Tuttavia noi siamo come i Sadducei: non siamo mai risorti e non possiamo parlarne. Crederla è un atto di fede. Ma lo è anche la vita. E la resurrezione, guarda caso, è un atto di fede nel futuro e nella vita. E un atto di fede è sempre decisione di accordare a Qualcuno la possibilità di dire una da ricevere. In tal caso a Dio, nostro Creatore e Datore di vita. Per questo Gesù, per giustificare con la scrittura la sua risposta, cita il Padre come Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, come dire il nome di una presenza attivata da un’alleanza a prescindere dal tempo, che passa, e capace di rendere la realtà non una questione del passato ma una VICENDA DA VIVENTI. Cosa vuole dire per me RICEVERE VITA da Dio e dalla sua Parola già “qui e oggi”? Quanto la speranza che porta Gesù riempie il mio cuore e attiva le mie speranze? Il problema è pensare che se non facciamo le cose noi non ci sia Nessun altro in grado di realizzarle … poveretti !…