FAMMI GIUSTIZIA!
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Le mani hanno qualcosa di magico, fondamentale, sono ultima stazione di un processo della libertà che, partendo dalla mente, sede dei pensieri, dei desideri e di quello che c’è dentro di noi, arrivano a “produrre”, a concretizzare e realizzare la nostra storia. Ma sono l’ULTIMA, proprio l’ultima stazione. Prima c’è molto. Molto altro. Lo dico pensando alle mani di Mosè che, nella battaglia di Refidim, hanno bisogno di essere innalzate verso Dio per potere vincere la battaglia. Hanno bisogno di qualcuno che aiuti a sostenere quest’opera. Necessitano di un sostegno che dice una verità fondamentale: tutto quello che siamo lo riceviamo, anche le vittorie delle nostre battaglie personali. E allora invochiamo. Lo dico pensando a Paolo che esorta Timoteo a tenere bella stretta tra le mani la Parola di Dio che serve a INSEGNARE, a CONVINCERE, a CORREGGERE, a EDUCARE NELLA GIUSTIZIA che generi ogni per buona. Lo dico pensando alle mani della vedova – donna senza diritti e senza uomo – che insistentemente davanti al giudice le sventola per “ottenere giustizia”.
Anche la nostra preghiera passa attraverso la stessa strada. Quella preghiera che è il nostro essere consapevoli di essere davanti a Dio come alla sorgente e alla forza “da dove ci verrà l’aiuto”. Quella preghiera che è raccomandata da Gesù proprio in tempi di battaglia, di oscurità, di confusione, di incertezza: “bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato” … ma non è forse questa la vita? Sì, questo, ma non abbandonata a se stessa.
Ma … il figlio dell’uomo, quando tornerà “troverà ancora la fede sulla terra”?
E in me?