SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

MARTA & MARIA SPA …

 In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

OSPITARE: che strano il Vangelo di oggi, miracolosamente moderno e fuori dalle righe, proprio come Gesù. Quel Gesù che è “ospitato da Marta”, almeno ufficiosamente. Strano che “una donna” sia segnalata come soggetto di ospitalità, perchè di solito è il “maschio” a essere citato in quei tempi. E Marta e Maria avevano un fratello: si chiamava Lazzaro, maschio. Come dire: l’unico requisito che viene richiesto per entrare in relazione con Gesù e diventare suoi discepoli è “respirare” (!) e desiderare accoglierlo nella propria casa. O, ancora più precisamente, capita qualcosa con il figlio di Dio quando noi diventiamo desiderio di stare con Lui,  che si incontra con il suo desiderio di stare con noi. Pensate che forte: il figlio di Dio cerca la nostra compagnia e la nostra amicizia. Se tutto non nasce di lì, altrove non nasce. 

ASCOLTARE:  Maria “seduta ai piedi di Gesù ascoltava la sua Parola”. Ulteriore affondo sull’identità del discepolo. É discepolo di Gesù chi ASCOLTA. Tutto il resto va, viene, si trasforma, funziona, si rompe, ma in quell’ascolto sono costantemente offerte le ragioni di una STABILITÁ diversa e mai revocata in grado di oltrepassare la tirannia di qualunque contingenza destabilizzante. Fosse anche l’attivismo. Discepolo è chi ascolta. Il fare segue l’avere dimorato nella chiamata a vivere che Gesù rivolge a chi glielo permette. Anche qui: rivoluzione: la discepola Maria, sorella di Marta, è come la discepola Maria Madre di Gesù … nessun maschio della cerchia dei dodici viene descritto in modo così preciso. E il grembo della mente e del cuore viene fecondato per aprirsi a nuove possibilità. A profumi di nardo preziosissimi da spargere attorno a sé, perchè il cuore trabocca di pienezza. 

PARTI FISSE: oltre tutte le agitazioni di Marta, che sgrida la sorella che non l’aiuta, allora Gesù invita a pensare – perchè si è costantemente distolti, risucchiati, sballottati e sopraffatti dalle urgenze della vita – e invita all’Ascolto della Parola, per trovare quella “parte buona” che niente e nessuno saranno mai in grado di togliere. Il Vangelo domenica ci prende per mano per richiamarci all’attenzione sulle fondamenta a partire dalle quali costruiamo gli edifici delle nostre esistenze. Per evitare di essere “a conoscenza”, ma privi di nuove possibilità di fare. 

Postilla: a volte c’è l’usanza di dire: “mica lo faccio per la Madonna!” o “per il Signore”, rivendicando giustamente e esigendo  dei “ritorni” e dei guadagni per quello che si fa. Io penso che sia molto bello, invece, potere dire a volte, con somma libertà: “sì, l’ho fatto proprio per il Signore perchè per me è un motivo sufficiente per esprimere quello che credo e porto nel cuore, e non mi aspetto nessun tornaconto”. Per arrivare qui bisogna fare molta strada.  Penso che sia questa la parte buona che non verrà tolta. Stando ai piedi del Signore. Però …

é molto bello e liberante!