QUINTA DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA

“NEANCHE IO!”

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa.
Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «
Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». 

Ma come si fa a non essere riconoscenti per avere un Dio fatto come Gesù? Ogni volta che leggi con l’attenzione del cuore il Vangelo ti senti “raggiunto”, qualcosa si muove e si aprono nuove prospettive e opportunità, nuovi panorami improntati sulla logica della forza dell’amore che stanano e debellano tutte le forze negative che vorrebbero impedire di essere e camminare. Dio è anzitutto il Dio della  vita. Sempre risponde alla sete del tuo cuore. Allora … condividiamo tre espressioni della Parola di Dio, davanti alla quale occorrerebbe ogni volta mettersi, portando nel cuore delle domande, tra cui: “Cosa mi sta dicendo? Quale grande opportunità di vita e rigenerazione offre per me? Come mi interpella?”. 

  1. Tu che ne dici? Domande, apparentemente innocenti, ma fatte per “trarre in inganno, mettere alla prova” e, per questo motivo, non raggiunte da nessuna risposta. Quando mi pongo davanti a Gesù per manipolarlo, affermarne l’irrilevanza, decretarne la superfluità certamente non potrò avere alcun suggerimento significativo per la costruzione della mia esistenza. La domanda è tale perchè riconosce di dovere RICEVERE una risposta, possibilmente non saputa. Per farlo bisogna avere il coraggio dell’ascolto, della disponibilità a farsi incontrare e cambiare. Risposta che è vita, luce, perdono. 
  2. Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Abbiamo molte responsabilità da questo punto di vista. Gesù invita ad abbassare lo sguardo, a ENTRARE nella propria verità, e poi decidere cosa fare delle risorse che la vita mette nelle nostre mani: usarle per ucciderle o per costruire? Un coltello può servire a pelare una mela e mangiarla a fette con gli amici, oppure può ammazzare qualcuno. La differenza non è il coltello, sono io, il mio modo di vivere, pensare, coltivare la mia anima, cercare risposte significative. Può diventare pietra una parola mal-detta (e dunque maledetta), uno sguardo impietoso, un’osservazione arrogante, un senso di superiorità sempre pronto a giudicare tutti, un’indifferenza calcolata … 
  3. Neanch’io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più. E la strada si apre. E le cose ricominciano. Perchè ho accolto un Dio che si chiama così: “NEANCH’IO TI CONDANNO”, anzi, mi verrebbe da dire: “sono qui per salvarti, per guarirti, per farti rinascere!”. Gesù, come Medico che è venuto per i malati e non per i sani. Certo che per guarire devo dire al medico che male c’è in me, altrimenti, sarà un po’ difficile. La presunzione religiosa del perfezionismo non serve a nessuno: né al dottore che ti deve curare, né, tantomeno, al paziente …