NON HANNO VINO!

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Ci stiamo facendo accompagnare dalla Parola di Dio nel nostro umanissimo cammino di uomini e donne che ogni momento della loro vita devono scegliere secondo quale (S)spirito vivere e riceverne, di conseguenza, l’energia e la presenza. Magari per qualcuno sentire la parola “spirito” suscita un senso di disorientamento, di astrattezza, eppure lo Spirito di Dio è concretissimo, concreto come una Parola, quella di Dio che ci scuote e rinnova ogni volta che ci facciamo incontrare da Lei, e dall’anima che essa suscita proprio come la Scrittura, che, tra parole di uomini, contiene le Parole di Dio. Anche noi siamo fatti così: dall’incontro tra le nostre parole e quella che Dio ci rivolge nel suo Figlio Gesù. Questa ci aiuterà, come dicevamo la scorsa domenica, a legare come uno spago le nostre dimensioni fisiche, psichiche e sociali. Oggi, allora, ci facciamo incontrare da una parola di FESTA. Che bello che il primo miracolo di Gesù sia a servizio della festa dell’uomo. A servizio di quel bisogno che tutti noi riscontriamo quotidianamente quando, pieni di impegni, cose da fare, pensieri ci sembra di “non avere vino”! Già, Maria, donna attenta, dice: “manca il vino!”, ossia quanto accende la gioia, la speranza, la voglia di continuare a vivere con letizia e leggerezza i giorni della nostra vita. Gli inizi sono tutti promettenti: diventare preti, sposarsi, iniziare un percorso, prendere un impegno importante. Se però manca quel particolare vino che è la forza di Dio che noi da soli non possiamo darci, rischiamo di buttare tutto all’aria e svuotare di significato ciò che per cui avevamo deciso di donare il nostro tempo e le nostre energie. Il miracolo della trasformazione di ciò che abbiamo a disposizione – la nostra acqua – in vino e vita, passa attraverso l’essersi fidati e avere fatto quello che il Figlio di Dio dice per noi. Proviamo a chiederci quali sono le zone della nostra vita che hanno bisogno di essere rinvigorite, rallegrate e rafforzate. Portiamo le nostre anfore davanti a Gesù e permettiamo che siano  riempite con la promessa del suo Annuncio, per trasformarsi in possibilità di ricominciare e continuare nei cammini nei quali crediamo con tutte le nostre forze.