XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

DURO COME … UN SUONO! 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?
È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

  1. Questa parola è dura!Pensavo a come sia strano definire una parola con l’aggettivo DURA. La parola non è un suono, non è aerea come l’aria, non finisce con il finire della sua vibrazione? Pare proprio di no. Anzi! La parola è qualcosa che dice, dà, costruisce, distrugge, apre orizzonti e per farlo, a volte, ha bisogno di essere dura. Dura come le fondamenta sicure di una casa, dura come la parola del papà e della mamma che sgridano con molta veemenza il loro piccolo bambino che fa i capricci perchè vuole giocare con il coltello o si avvicina al fuoco. Non è detto che la parola dura sia necessariamente una parola da evitare, anzi! A volte quando ci vogliamo giustificare ce la raccontiamo dicendoci parole che ci legittimano a fare tutto quello che vogliamo divincolandoci da ogni senso buono della relazione e dell’amore. Però, Gesù lo dice con chiarezza nella parabola della casa sulla roccia: se si costruisce sulla sabbia, sul dolce, sul molle, sul disimpegno, sull’opportunità del momento, la casa è destinata a crollare … “e la sua rovina fu grande”! Ben vengano allora le parole dure che apportano SOLIDITÁ e FUTURO alla nostra vita … magari non tanto comode sul momento, ma sicuramente fruttuose. 
  2. È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita”. Sinceramente faccio fatica anche io a definire con estrema precisione, ma sono certo di una cosa: Gesù ha ragione: le parole che ci costruiscono e ci rendono solidi sono quelle che nascono dentro di noi e dirigono la nostra comunicazione e il nostro vivere nel mondo. Non sono i problemi o le fatiche a distruggerci, ma il nostro modo di “parlarne” a noi stessi: il nostro modo di vedere un problema, il nostro modo di vedere e giudicare la fatica fa la vera differenza. Tant’è che non c’è nulla “uguale per tutti”, perchè alla fine dentro di noi ognuno è diverso ed è costituito dalle “parole interiori” che lo determinano e dalle quali si fa determinare e condurre. Per cui è importante chiederci, nei nostri monologhi personali, che qualcuno chiama in modo molto più volgare, “da quale parole vengo animato? Da parole che mi danno la vita? Parole piene di spirito, oppure di deprimenti osservazioni mortifere di stampo autoreferenziale e imprigionanti?” 
  3. “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Ringraziamo Pietro per questa osservazione, perchè ci insegna una cosa: se la verità che so e dico non produce vita nuova e non costruisce orizzonti alternativi, è una semplice stupida constatazione, magari condita dal sarcasmo inacidito di chi pensa di saperla sempre più lunga degli altri. Siamo molto più complessi … ; la verità che non dà la vita non serve a nulla. Gesù è via, verità e vita. Eterna! Il Vangelo non è una constatazione, per quello c’è Wikipedia!