FESTA DELL’ASCENSIONE DI GESÚ AL CIELO

SALIRÓ

 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Il Vangelo sorprende e spaesa continuamente, dall’inizio alla fine: nasce in una grotta, esce nella vita di una famiglia, attraversa la Galilea, la Giudea e la Samaria, sale e scende sui monti e dai monti per beatificare, trasfigurare e morire su una croce,  scende dal sepolcro al cuore della terra per risalire fino al Cielo, alla destra di Colui che lo ispirava e da lì, attraverso il Soffio del suo cuore amante, raggiunge ogni uomo aperto e accogliente la Vita per prendere definitiva dimora. 

La festa della salita (Ascensione di Gesù al cielo), insomma, è l’epilogo della cronaca di una grande discesa piena di passione, di amore per noi. La festa della salita, che sembra la dissoluzione di ogni concretezza e riferimento realistico, si trasforma in mani, voci, pensieri, passi e rinnovata possibilità di uomini e donne accoglienti. L’apparente assenza di Gesù lascia spazio così alla concreta presenza dei discepoli: a loro il compito di portare nel mondo i segni miracolosi del “Crederci” alla scuola quotidiana del Maestro. Buona notizia per uomini che quotidianamente si auto esorcizzano alla scuola della Libertà che finalmente trova il suo riferimento liberante; buona notizia per chi incomincia a parlare delle nuove lingue ma soprattutto dei linguaggi assunti e appresi alla scuola dell’Amore, genesi di bene-dizioni al posto delle solite parole mal-dette e mortificanti; buona notizia per chi nel veleno che acidifica e ammorba la vita propria e dei fratelli non soccombe, ma ricerca l’antidoto in esso contenuto … (l’antivirus nasce dal riconoscimento del virus letale); buona notizia di mani che accolgono, accarezzano, compiono bene anziché male e ridonano al mondo limitato e gemente la possibilità di aprirsi a nuove speranze che rimettono in carreggiata e fanno ripartire ogni cosa. 

La notizia bella è che il Maestro non era tanto bravo nella Scienza dei Numeri, perchè, ormai buttata all’aria lo schema dei Dodici perfetti apostoli, che, uno per uno lo hanno abbandonato, rimanendo Gli Undici, rivolge proprio a loro, sgarrupato ammasso di infedeltà impaurita, la scommessa della diffusione dell’Annuncio. A loro. A noi. In tutto il mondo e per ogni creatura. 

I segni arrivano e accompagnano Creature Nuove che hanno definitivamente compreso che le cose cambiano se il Signore agisce e conferma la sua Parola. Non uno sforzo morale, ma la liberazione di frutti, di molto frutto. Perchè la gioia, possa cominciare a essere un po’ più piena.