PERCHÉ ABBIANO LA VITA!
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Ci piace Nicodemo che “nella notte si alza” per andare a parlare con Gesù.
Nicodemo rappresenta le nostre notti, le nostre nostalgie, il nostro desiderio di incontrare luce, anzi, La Luce! É facile credere quando si è abbagliati, più difficile quando si brancola al buio. Eppure Gesù dona a Nicodemo (noi) delle “istruzioni” per ricomprendere il senso del nostro legame con Lui anche nella notte.
“Il Signore è la luce che vince la notte“, ce lo ripetiamo cantandolo tutte le domeniche, ma poi … chissà perchè, la memoria fa cilecca e cerchiamo surrogati di fiammiferi e luci smorte che poco illuminano e fanno camminare. Roba che non ci accende e, soprattutto, non si accende!
Rinascere dall’alto … una parola! Eppure è bella la sfida che viene proposta a Nicodemo per diventare creatura nuova e capire il messaggio del Creatore. Rinascere vuol dire “passare da un mondo all’altro”, abbandonare il luogo che ci proteggeva e magari ci paralizzava per trovarne uno nuovo. Non basta nascere, bisogna partorirsi, permettere che Qualcuno ti prenda con le Sue Mani e ti ponga in una condizione nuova del cuore. Il bambino per nascere ha bisogno di lasciare la comoda e protettiva pancia della mamma. Anche noi. Si nasce quando si ha il coraggio di rialzare lo sguardo. Si nasce quando non ci si accontenta e non ci si fa arrestare dalle situazioni e dalle circostanze che vorrebbero paralizzarci. Si nasce quando si ricomincia a donare qualcosa di noi stessi, o, meglio ancora, tutto noi stessi nel totale coinvolgimento della mente, del cuore, delle forze e dell’intelligenza per restituire la vita che ci ha donato il Vangelo accolto. Perchè ascoltare significa anzitutto “farci salvare dalla promessa di Dio”: la vita è accoglienza, scelta di cosa accogliere (ma cosa ci sta guidando??) per potere continuare a sperare, a credere, ad amare … a nascere prima di morire, perchè la vita non è solo dopo la morte, ma inizia qui …
E poi farci illuminare, perchè credere significa ospitare una luce grande nel nostro cuore, luce che può sembrare tenera fiammella ma che il vangelo ci chiede di custodire “con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze e con tutto se stessi” …
E la Croce, segno della fedeltà a questa speranza che diventa il coraggio di donarsi, da apparente strumento di morte diventa il segno della ripartenza della vita. Questa è la promessa di Gesù che ci sta portando verso Pasqua.