SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

MENTRE PASSAVA DI LÁ … 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Giovedì scorso, mentre facevamo l’incontro sulla Parola di Dio della domenica, mi chiedevo: “ma come mai, duemila anni circa dopo che è stata scritta questa pagina del vangelo come questa  ci sono ancora delle persone che … si accorgono che passa Gesù e in modo molto diversificato cercano di fare attenzione alla sua presenza?”. Oggi ci sono tante distrazioni, ci sono tanti riferimenti; una volta era molto più immediato, non c’erano quasi alternative. Eppure c’è ancora qualcuno. Qualcuno seriamente interessato al Signore Gesù.

Vorrei soffermarmi allora sulle due domande che costituiscono il dialogo che inaugura tutti i cammini nei quali ci mettiamo a seguire qualcuno o qualcosa: “che cosa cercate?” e “dove dimori?

COSA CERCATE? Ci sono certe parole e certe domande che non vorremmo mai farci, ma sono quelle dalle quali dipende tutto il senso della vita. “Cosa cerco io? Cosa cerco per me? Cosa cerco quando mi trovo davanti a Gesù e alla sua Parola? “. A seconda della mia risposta iniziano oppure no i cammini. Eppure è una domanda così difficile… Sarà significativo che sono le prime parole che pronuncia Gesù? Sarà significativo che invece di imporre qualcosa sollecitino anzitutto il bisogno di una consapevolezza? Un Gesù che si propone e che non si impone in nessun modo, che dice che la scoperta della SUA identità dipende dalle COSE che noi cerchiamo è molto interessante.  Solo nella cura di quel legame la possibilità di una risposta.  

DOVE DIMORI? Già, perchè è là dove “dimoriamo”, ossia dove stanno i nostri pensieri, le radici della nostra libertà, i nostri desideri e i nostri sogni che costruiamo la nostra identità.  Parlavo con una persona amica del tempo, ci dicevamo che il tempo non dipende da noi, anzi, è molto variabile, sorprendente e infingardo, a volte, ma sicuramente dipende da noi il nostro modo di abitarlo, di viverlo e di starci dentro. Ora il nostro “stare” dipende da “dove decidiamo di stare”. I discepoli avevano capito che lo STARE di Gesù aveva qualcosa di particolare. 

Anche oggi e domani il nostro sguardo – attento – si accorgerà che “Gesù stava passando di là”; ossia, passa e passerà, ma il fruscio del suo andare, se noi lo vogliamo, potrà diventare consistenza di una permanenza significativa perchè ha trovato in noi e nei nostri cuori … una dimora. 

“Dove dimori Maestro?” … In chi ti accoglie! Di lì ogni trasformazione, di lì il Mondo e il Creato con un volto nuovo, di lì il senso di responsabilità riacceso nei confronti della nostra storia e della Società. Passando, cercando e dimorando in Colui che è in grado di farci sempre nuovi!