SILENZIO!

Gesu’ non ha mai paura dell’errore, non si ferma. L’errore non lo ferma e non gli impedisce di amare ed “andare avanti”.

Lo dice con la parabola del figlio che, nonostante l’errore dell’iniziale rifiuto, va nella vigna. E lo dice nella prima lettura quando – attraverso Ezechiele – parla del malvagio che si converte dalla sua malvagità e TORNA a vivere, nonostante tutti gli errori e la malvagità, torna a vivere!
Quante volte invece non riesco ad andare avanti rispetto all’errore. Quante volte anzi “l’errore” diventa la scusa per rimanere fermi e consolidarsi nell’errore. Quasi come in quei quiz in cui se sbagli sei eliminato, commettere l’errore – qualunque esso sia – diventa il pretesto per auto tirarsi fuori dalla logica totalmente altra del Vangelo. É come quasi se ci si  affezionasse all’errore, quasi che questo diventi la giustificazione e l’occasione per deresponsabilizzarsi (quanto tempo passiamo a giustificarci e ad auto-deresponsabilizzarci) e per starne fuori.
E diventa difficile scegliere di ascoltare un Gesù che non smette incessantemente di uscire a chiamare per lavorare nella sua vigna. La vigna ha bisogno di lavoratori, ma io come il secondo figlio rispondo sempre “presente!”,  ma raramente mi sporco poi realmente le mani di terra.
Diventa difficile accettare un Dio che non si impone con fragore ma che richiede il silenzio, un Dio che va cercato nel silenzio, un Dio che riempe solo gli spazi che gli permettiamo di riempire.
In un mondo in cui tutto urla, e in cui tutto è fatto per occupare il tempo, diventa difficile trovare la forza di fare come il malvagio convertito e tornare a VIVERE il tempo, non occuparlo e/o riempirlo.