Pensando ai nostri NO diventati poi dei SI o che avremmo dovuto fare diventare tali, mi sono ricordato un episodio di parecchi anni fa. Quando ero adolescente, con il gruppo del catechismo ci fu data la possibilità di andare a trovare degli anziani in una casa di riposo, ma non la presi tanto in considerazione. Arrivato il giorno stabilito per andare a trovare gli anziani, sentì i miei amici e nessuno sarebbe venuto, però io andai ugualmente. Fui accompagnato da persone che vivevano periodicamente l’ incontro con loro e probabilmente era la prima volta che entrai in una casa di riposo e ho ancora vivo in me l’ incontro che vissi con anziani in un letto che ti guardavano e ti dicevano: “ricordati di pregare per me, non ti dimenticare di pregare per me”. In quella situazione io mi sentii assolutamente incapace e fuori luogo ma il sì che dissi quella volta mi servì per tutta la mia vita.
Pensando alle nostre famiglie mi chiedo se riusciamo a far prevalere il SI invece del NO nel servirci l’ un l’ altro. Nel dire il nostro SI al padrone della vigna vuol dire essere disponibili ad accogliere l’ altro, a servirlo e chissà se nelle nostre case c’è la corsa a chi serve per prima e servire con gioia e non con il musone o sbruffando.
Concludo questa breve riflessione con la chiamata di Matteo che ricorreva il 21 Settembre.
Matteo era chiamato Levi, nella lingua ebraica, e il mestiere che svolgeva, l’ esattore, era ritenuto infamante perché riscuoteva le tasse per conto dei dominatori stranieri. Gesù, mentre sta camminando per le vie di Cafarnao, lo vede e, invece di passare oltre guardandolo con disprezzo come tutti facevano, si ferma e lo chiama: “Seguimi!”. Bastò questa sola parola e Matteo “si alzò e lo seguì”. Quel che conta per Gesù non è la condizione nella quale ognuno si trova, ma l’ accoglienza nel proprio cuore alla sua chiamata. E’ quel che fece appunto il pubblicano Matteo. E la sua vita da quel momento cambiò. Fino ad allora aveva pensato ad accumulare per sé. Da quando ascoltò quel Maestro non fece altro che seguirlo. Non fu per lui un sacrificio, al contrario fu una festa. Comprese che Gesù non chiamava per rubare la vita o per renderla più triste, al contrario per rendere partecipi al suo grande sogno sul mondo.
In questo breve testo Matteo non disse ne SI ne NO ma si alzò e lo seguì. Bellissimo! Secondo me come fa è molto più incisivo e drastico (di un SI) perché non vuole più avere niente a che fare con quello che faceva prima.