CHI HA PAURA PERDE PUNTI
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
“Queste cose hai rivelate ai piccoli”: strana questa considerazione di Gesù – che non compare solo in questa pagina del Vangelo – dove la condizione dei bambini risulta essere unica possibilità per “avere accesso” al Regno di Dio, alla sua logica e al suo statuto.
Strana, perché se c’è un’espressione che noi adoperiamo per sgridare chi non si comporta secondo il buon senso diffuso è proprio: “non fare il bambino!”, oppure: “sei proprio un bambino!”, a causa della stravaganza, della non prevedibilità e della creatività del destinatario dell’epiteto. I bambini non sarebbero realisti, neppure concreti e responsabili e il mondo non sopporta persone del genere.
Eppure le caratteristiche dei piccoli sono le uniche ad aprire al mondo possibilità di futuro, perché i bambini sanno ancora sognare, sanno permettere alla realtà di sorprenderli e di parlare loro in modo diverso, permettono alle cose la possibilità di diventare altro rispetto a quello che sono per trasformarsi in un gioco e in una sfida che non finiscono mai e rendono la vita sopportabile.
Scrivendo mi viene in mente una scena del film LA VITA É BELLA, dove la fantasia del bambino ospita le parole del papà, che trasformano il terribile tedesco che spiega nella lingua natia le regole del lager, in un soldatino che detta le regole da rispettare di un grande gioco, dove “chi ha paura perde punti”, e “perdono quelli che vogliono vedere la mamma e vogliono la merendina”… il terrore si trasforma nel gioco del nascondino e il bambino si salva proprio dopo essersi nascosto per bene prima dell’arrivo dei liberatori.
Chiaro, per un adulto la realtà è drammatica e tale rimane. Per un bambino, quel bambino, il luogo dove una parola – quella del papà – può ancora cambiare il modo di “vedere le cose” e la possibilità della sua salvezza (Padre, Parola … non ci dice niente?).
Anche il Vangelo ci permette di sognare. Anche Gesù era sognatore che benedice il Padre dopo che le folle, i sapienti, i dotti, i teologi del tempio e addirittura i suoi familiari non lo hanno per niente compreso.
Allora, bambino, per il Vangelo, è colui che ha ancora spazio nel cuore per qualcosa che lui non può fare, e consapevolezza che la vita si chiama così ed esiste solo perché qualcuno te la dà e te la porge continuamente a partire, anzitutto, dalla capacità di “convertire” lo sguardo e i pensieri dando vita … a una nuova realtà (alla faccia del realismo!).