14 APRILE, MARTEDI DELL’OTTAVA DI PASQUA …

DISTRUTTE! 

Salmo cf. Sal 117 (118)

È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo.

È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.

Tutte le nazioni mi hanno circondato,

ma nel nome del Signore le ho distrutte.

Mi hanno circondato,

mi hanno accerchiato, 

ma nel nome del Signore le ho distrutte.

Mi hanno circondato come api, 

come fuoco che divampa

tra i rovi,

ma nel nome del Signore le ho distrutte.

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,

ma il Signore

è stato il mio aiuto.

Un pensiero:

Buongiorno! 

Stamattina apro la mia condivisione della Parola con le parole del Salmo 117. 

Se l’avete letto, per favore, rileggetelo, lentamente, “sentendo” non solo nella mente, ma dentro di voi, direi quasi fisicamente, il senso di queste parole.

Il salmista ci parla di problemi: nazioni che assalgono, api come fuoco che divampa tra le spine, spinte per fare cadere, e,  nonostante tutto, un ritornello: “nel nome del Signore, le ho distrutte”. 

Mi colpiscono due cose: 

1. Il nome del Signore ha un potere! Il potere  di distruggere quello che vorrebbe distruggerci.  

Nominare,  ossia dire un nome, significa rivolgersi a una realtà vivente, a una persona: si vive nominando e invocando una parola in grado di darci la vita; si  vive perché qualcuno ti rivolge la sua parola. 

E di nuovo “la parola”: quella che scegli come guida e centro del tuo cammino, ci dice il Salmo, sarà per te “possibilità di vita” nonostante le furie scatenate del mondo, che hanno i volti citati ma potrebbero essere infiniti e diversi per ognuno di noi. 

La parola riempie di responsabilità e invoca grande attenzione, si  gioca tutto a partire di lì. 

2. A sconfiggere le furie del mondo, non è Dio, ma sono “IO che  ho invocato DIO”. 

Falsa religione quella che invoca  e prega il nome del Signore senza coinvolgere la propria presenza e la propria libertà. 

Falsa religione quella che pensa: “ci penserà Dio”, perché se non ci pensi tu (con Lui), Lui non ci penserà. 

Il nome del Signore  attiva alleanze che mettono in moto, fanno camminare  e affidano il compimento delle cose alla speranza. I cammini si attivano solo così. Gesù non va “trattenuto” , ma va camminato, percorso (per capirci)  

Un compito: 

Il Salmo ci parla di problemi concreti, che riguardavano la vita del suo compositore. 

Oggi sarebbe bello che provassimo a fare un elenco di quelle che riguardano la NOSTRA vita: quali sono le realtà che in questo  momento mi stanno “circondando”  togliendo lucidità al pensiero e respiro al mio cuore?  Quali pungiglioni, quali rovi stanno stringendo come una morsa le mie speranze? Quali “spinte” sento che mi impediscono di mantenere l’equilibrio che vorrei? 

Davanti a tutti questi problemi, io – che mi ritengo cristiano – in che cosa sperimento che “nel nome del Signore” affronto i miei problemi (magari anche senza risolverli, ma con Lui)? 

Lo dico perché ritengo che sia fondamentale chiederselo. 

Altrimenti, le nostre preghiere, le  nostre  Messe, tutti gli anni di catechismo, i Rosari, i Ritiri Spirituali, insomma – diciamolo in una sola parola – Gesù …. ma, a cosa (mi) serve? 

Altrimenti … ma … a cosa serve una Parrocchia se non ad aiutarmi a rispondere? 

Se fa altro lamentatevi col Parroco!