SABATO 28 MARZO …

“Pronto, Divin Maestro?”

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Un pensiero … 

Se ne dicono tante su Gesù, per qualcuno è il Cristo, per altri uno che ha sbagliato regione, per altri un profeta … “e nacque un dissenso”. Insomma, non riusciamo a metterci d’accordo. 

Questa esperienza si vive nelle cose più elementari. Io,  per esempio, l’ho vissuta, molto banalmente, questi giorni, in cui – lo so, non c’è niente da ridere ma mi ha fatto assai sorridere e la voglio condividere – mi successo un fatto, più volte. Mi telefonano: “pronto, Divin Maestro?”  “Sì – rispondo – buongiorno!”. “Avrei bisogno delle pastiglie perché il mio cane ha la diarrea” (scusate) … Lì per lì rimango un po’ interdetto e poi spiego alla signora che ha sbagliato numero: “guardi che la farmacia ha lo stesso nome della Parrocchia, ma controlli il numero che è diverso” … dopo cinque minuti richiama con la stessa richiesta … la mattina dopo altra telefonata per sapere se erano arrivate le mascherine … Vabbè, in fondo è anche divertente. Perché lo dico? Per una questione molto semplice: le parole cercano la nostra responsabilità, non le possiamo trattare con superficialità. Divin Maestro  può voler dire parrocchia o farmacia. Dio può voler dire “Gott mit uns” per i nazisti o “Divina Provvidenza” per il Cottolengo. Gli esiti sono molto diversi,  dipendono dalle nostre precompressioni e dalla nostra onestà, anche se la parola è sempre la stessa.  Le parole non hanno senso fino a quando noi non diamo loro il significato vero che ci vogliono trasmettere. E questo capita con tutto. 

Come si fa a sapere? Il Vangelo ci suggerisce di avere l’umiltà di mettersi in ascolto e non tirare subito le somme prima di fare il conto. Il conto lo faccio io cercando di capire,  di seguire, di fare risuonare. Cercando di capire, detto banalmente, se Divin Maestro è una Parrocchia, un bar o una farmacia, cercando di darmi una risposta: “Cosa c’è lì dietro? Cosa c’è lì dentro? Cosa c’è dentro Gesù? Cosa c’è dentro di me che mi metto davanti a Lui? Cosa vuol dire che devo rinascere dall’alto? Cosa significa che non so fino a quando non accolgo e non rendo mio un legame vitale?”. Tante domande, che Nicodemo e i soldati avevano capito: “Mai un uomo ha parlato così!”, “«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Nicodemo e i soldati ascoltano. I farisei no, sapevano già tutto (poveri..) perché “era scritto”… Ma la verità non esiste mai da sola, esiste solo in relazione con te e perché tocca la tua vita. Così Gesù. 

Gesù non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché “dal nostro modo di giudicarlo  (considerarlo, dico io ) saremo giudicati (considereremo, ribadisco) anche noi”. 

“Pronto, Divin Maestro?” …

Buon sabato a casa!  

Per riflettere:

– “Cosa c’è dentro Gesù? Cosa c’è dentro di me che mi metto davanti a Lui? Cosa cerco in Lui?”

– “Cosa significa che non so fino a quando non accolgo e ascolto?”