In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Un pensiero …
Oggi la Parola di Dio parla di gente che “va alla ricerca”: nel libro della Genesi c’è Giuseppe che va alla ricerca dei suoi fratelli, nel Vangelo il padrone della vigna, che, per incontrare i suoi affittuari, invia i suoi servi e, infine, il suo figlio. Vanno a cercare delle persone per cercare dei frutti, ma altro non trovano che violenza e cattiveria. Rifiuto. Eppure era il fratello, eppure era il figlio del padrone della vigna, “almeno di lui avranno rispetto!” … e invece no! Sappiamo tutti di chi stia parlando il Vangelo, che oggi ci incontra facendoci una domanda: “tu, la tua vita la consideri un’eredità da possedere o un compito, diciamo pure “unico”, in affitto, ossia da “fruttificare”? Il possesso ci inganna e ci rende schiavi, la grata laboriosità della nostra risposta ci apre verso nuove possibilità.
Bene, oggi il Vangelo, Giuseppe, vengono a cercare pure noi. In questi giorni-Coronavirus la situazione che stiamo vivendo “ci viene a cercare” … che cosa ci stanno insegnando? Quando penso al fatto che la vita sia disponibilità a farsi trovare, mi viene in mente una canzone di Battiato, che si intitola proprio “Ti vengo a cercare” (andate a sentirla, ascoltatela) … alla fine dice: “Questo secolo oramai alla fine / Saturo di parassiti senza dignità / Mi spinge solo ad essere migliore / Con più volontà / Emanciparmi dall’incubo delle passioni / Cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male / Essere un’immagine divina / Di questa realtà”. Parole da soppesare col bilancino.
Per riflettere …
In questi giorni da chi, da che cosa mi faccio incontrare?
Quali pensieri mi stanno cercando?
Sono convinto che il mondo ha bisogno di me per diventare migliore?