Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Che strana annotazione: nessuno osava domandare a Gesù se era Lui perché sapevano bene che lo era. In realtà non pare che le cose siano andate così lisce. La storia del dopo-Pasqua è una storia nella quale i discepoli sono chiamati a diventare credenti a partire dai gesti di Gesù, che altro non sono che compimento e memoria di quanto detto e fatto con loro in tre anni di cammino. Non basta essere discepoli, occorre che lo stare ai piedi di Gesù e in sieme a Lui faccia di noi delle creature nuove che si rivestono delle speranze, dei legami e dell’amore del Maestro. Ogni domenica, percepire che la Parola di Gesù ci riguarda e ci spinge a gettare la rete da un altro lato è la possibilità di diventare creature rinnovate intorno al fuoco ospitale di chi vuol darci da mangiare sulla riva dei nostri laghi per riprendere un cammino che ci trasforma e apre nuovi orizzonti di speranza. Questo è il nostro lavoro continuo di discepoli e di cristiani, la memoria attiva che ha bisogno di rinfrescarsi continuamente, perché non basta una volta, neppure due; anzi, nel Vangelo era la terza volta.
Buona Domenica!
Don Luigi