In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Suona abbastanza inquietante il monito di Gesù: “se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”. Eppure, analizzata bene, la frase pronunciata dal Maestro non è tanto un grido da profeta di sventura, quanto una preoccupata constatazione degna del migliore realista. Perché le cose stanno proprio così: se uno non vigila per fare opere di conversione – ossia di rinnovamento, futuro, cambiamento e trasformazione – la vita, a un certo punto, corre il rischio di diventare un monolitico segno di autocompassione perpetua, destinata al lamento finale che avviene ogni volta che la morte decreta la fine dei giorni e delle possibilità offerte. Un monito che serve soprattutto “a noi che cerchiamo di ascoltare”, noi “aspiranti credenti”: a che punto siamo? Sempre fermi a qualche anno fa, o fiduciosi nell’opera di zappatura e concimazione che l’amorevolissimo vignaiolo vuole ancora, di nuovo, compiere attorno al nostro albero? “Sono venuto affinché portiate frutto, e il vostro frutto rimanga”. Non dimentichiamocelo. La Parola di Dio vuole solo che noi viviamo e abbiamo vita in abbondanza. Continua il cammino verso Pasqua, verso la vita senza fine.
Buona settimana a tutti e Buona Quaresima!
Don Luigi