In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
É curiosa l’osservazione di Luca a proposito degli effetti della preghiera su Gesù. Cambiano il suo volto e la sua veste. Uno si potrebbe dire: “e che c’è di strano?” Il Vangelo potrebbe rispondere: “e perché ci dovrebbe essere qualcosa di strano?” Effettivamente il Vangelo cerca di raggiungerci sempre con la normalità quando ci parla, e il volto e le mani sono elementi comuni a tutti. Mi vengono in mente due riflessioni: 1. Il volto cambia mentre Gesù prega. Noi ci trasformiamo letteralmente in ciò che guardiamo, fissiamo e riteniamo importante per noi. Noi ci sentiamo uomini e viventi quando qualcosa cambia. Anche per Gesù, la principale fonte di trasformazione e cammino è il Padre. Quaresima è tempo per rifarci domande importanti. Per esempio: “cosa guardiamo per vivere, per sperare e per amare? Se il nostro volto, da troppo tempo è spento, non potrebbe dipendere dal fatto che non ci siamo più girati verso la Luce?” 2. La veste è l’abito che ricopre il nostro corpo. Lo contiene e lo protegge. La parola veste fa venire in mente la parola abito. La parola abito ricorda la parola abitudine. É bello vedere come ciò che dà luce al volto, perché collegato col cuore, illumini anche ciò che sta fuori di noi. L’unione di esterno ed interno si chiama coerenza, capacità di cantare all’unisono, dono dell’unità, che mi suggerisci l’immagine di un canale nel quale scorre l’acqua. In questo modo la sua energia non viene dispersa e trova la direzione corretta senza allagare e fare disastri attorno a sé. La domanda: “cos’è che dà unità e incanala con ordine i gesti della mia vita?”
Buona settimana a tutti e Buona Quaresima!
Don Luigi