Vogliamo che tu faccia… (e non si discute!)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
È impressionante il modo di rivolgersi a Gesù di Giacomo e di Giovanni: “VOGLIAMO CHE TU FACCIA QUELLO CHE TI CHIEDEREMO!”: impressionante per la sfrontatezza e per il contenuto della richiesta. La sfrontatezza di chi, quando si rivolge a qualcuno, ha le idee molto chiare e vuole assolutamente che si realizzino, pena l’esclusione dai personali orizzonti vitali; e per il contenuto, perché i discepoli, nonostante fossero mesi che vivevano in quotidiano contatto con Gesù … sembra che non avessero capito nulla. Non avevano capito di quel Gesù che per parlare dell’onnipotenza di Dio comunicava con l’impotenza invincibile dell’amore, che anziché spadroneggiare sugli altri si metteva a loro servizio, che piuttosto che da un trono pieno di pietre preziose e diamanti avrebbe regnato esposto sull’infame patibolo della croce… Per questo LI CHIAMÓ A SÉ per ricordare loro chi avevano davanti. Geograficamente vicini, ma con il cuore e la mente lontani. E per noi cosa significa questa pagina? Cosa vuol dire per me, geograficamente prossimo a Gesù con la preghiera, la Messa, la meditazione, l’Adorazione, il Rosario (ecc..), vivere il legame con quel Signore che mi rende signore quando non vivo semplicemente per avere ma per dare?
Buona domenica e buona settimana!